È tra i film più premiati dell'anno e
vola verso gli Oscar del 2 marzo con sei candidature tra cui
quella per best picture, il film Palma d'oro a Cannes, Anora di
Sean Baker che torna in sala dal 20 febbraio con Universal.
Simbolo di cinema indipendente americano, il film del 53enne
regista che lo ha anche sceneggiato, co-prodotto e montato,
mette in scena una commedia divertente, storia d'amore e dramma
che è già stato paragonato ad una Pretty Woman aggiornata. Al
centro c'è Anora (Mikey Madison), giovane sex worker di
Brooklyn, che si ritrova, da un giorno all'altro, un cliente
giovanissimo e ricchissimo: Yvan (il bravissimo Mark
Eidelstein), figlio di un miliardario russo, un ragazzo
filiforme e totalmente 'schizzato' tra musica, coca ed alcool.
Anora è stato premiato dalle associazioni di categoria
americane: vincendo come miglior film per la critica ai Critics
Choice, per i registi ai Directors Guild e per i produttori ai
Pga, facendo una sorta di en-plein che lo rende favorito per la
notte degli Oscar in quella categoria.
La storia va avanti raccontando la vita nella casa a tre
piani ultralusso del ragazzo dove la giovane escort entra per
lavorare. Yvan offre ad Ani 15.000 dollari per una settimana di
compagnia, ma poi il ragazzo si innamora o meglio si
incapriccia di Anora e la sposa a Las Vegas. E qui entrano in
scena i russi che, con la loro particolare cadenza, sono sempre
stati al cinema un volano di comicità. La ragazza poco a poco
scopre che la vita quotidiana di questo adolescente è quella del
figlio ultra-viziato di un oligarca russo, un ragazzino che
pratica sistematicamente saturnali tra alcolici e droga. Ma il
matrimonio non si doveva fare, questo è l'inizio dei guai.
L'evento ha colpito infatti gli interessi della famiglia di Yvan
con sede a Mosca, ma che ha un avamposto di criminali 'da
operetta' capeggiati da un sacerdote ortodosso (Karren
Karagulian) e con in squadra anche Jurij Borisov e Mark
Eydelshteyn.
"È importante analizzare cos'è il lavoro sessuale in questo
momento e come si applica alla società capitalista - ha detto
Sean Baker -. È un lavoro che dovrebbe essere rispettato e allo
stesso tempo depenalizzato e non regolamentato in alcun modo,
perché riguarda il corpo di una prostituta e sta solo a lei
usarlo per il proprio sostentamento".
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