Solo un ragazzo smilzo e per niente timido, ma già consapevole del suo genio è il Bob Dylan nella New York primi anni '60 che racconta James Mangold in 'A Complete Unknown', biopic (in sala dal 23 gennaio distribuito da Walt Disney), con l'interpretazione puntuale di Timothée Chalamet che oltre a recitare canta più che bene le sue canzoni.
"La mia lezione ai giovani? - dice oggi a Roma l'attore di 'Chiamami col tuo nome' e 'Dune', seguitissimo dai ragazzi -. Al di là di lezioni politiche e sociali credo che debbano imparare a non rinunciare, ad autocrearsi proprio come ha fatto Dylan che, tra l'altro, non ho mai incontrato".
E ancora l'attore sul carattere di Dylan a cui ha dedicato cinque anni e mezzo (la produzione è stata rallentata da Covid e scioperi): "Lui non aveva archetipi, miti che voleva inseguire, man mano che andava avanti diventava quello che voleva essere.
In questo, anche se in un ambiente diverso, mi identifico un po' in lui".
Nel film - tratto dal libro 'Dylan Goes Electric' di Elijah Wald - l'arrivo dal Minnesota nel West Village di un Dylan introverso diciannovenne con chitarra e sigaretta sempre in bocca, dove incontra il mitico cantante folk Pete Seeger (Edward Norton) che lo introduce nell'ambiente musicale.
In quest'epoca, tra movimenti sociali, manifestazioni contro la segregazione razziale e crisi di Cuba, lui diventa un cantante folk di successo con la capacità però "di arrivare a tutti". In quel periodo si lega a Sylvie Russo (Elle Fanning), ma ha anche, in contemporanea, una tempestosa relazione con Joan Baez (Monica Barbaro).
Ma come si vede nel film di Mangold (Quando l'amore brucia l'anima - Walk the Line, Le Mans '66 - La grande sfida), Dylan arriverà presto, nel 1965, a quello strappo col mondo folk con la cosiddetta 'rivoluzione elettrica' (non più chitarra acustica, ma appunto elettrica e gruppo musicale), segno della sua lenta deriva verso il folk-rock prima con l'album Bringing It All Back Home e poi con un singolo di successo come Like a Rolling Stone e, infine, con Blonde on Blonde, il primo album doppio della storia del rock.
''In genere - spiega il regista - tutti raccontano Dylan come un mitico cantastorie, ma io nel film non ho voluto enfatizzare la sua figura anche perché mai come nel suo caso non c'è una verità assoluta. Su certi avvenimenti tutti si contraddicono su come le cose sono davvero andate e così ho preferito dare grande libertà agli attori e ricreare quelle vicende con grande libertà".
Come si è preparato Norton per interpretare il cantante folk Pete Seeger? ''Semplice - spiega - sono stato ore e ore su Youtube, il principale vettore della mia indagine. È sorprendente quello che puoi trovare, lì ho anche 'ingurgitato' la sua voce e il suo modo di essere".
Lo stesso problema per Monica Barbaro nel fare Joan Baez che ha anche incontrato: "È difficile non preoccuparsi dei suoi molti fan che ti guarderanno. Così alla fine se cerchi di farla troppo perfetta sbagli, ma ci sono già i documentari per questo".
Infine a chi ricorda a Chalamet i tanti complimenti avuti da Neil Young dopo aver visto il film, dice l'attore ventinovenne : ''Sono contento di questi complimenti, ma ora mi aspetto quelli di Francesco Totti, dove stai Totti?''.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA