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Normale, una figlia 'giovane badante' da favola

Normale, una figlia 'giovane badante' da favola

In sala da 12/10 la dramedy con Poelvoorde che ha vinto Giffoni

ROMA, 01 ottobre 2023, 18:52

di Francesca Pierleoni

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Una goccia di Miyazaki all'interno dei fratelli Dardenne". E' il tono che Olivier Babinet, ha cercato con Normale, la sua opera seconda, dramedy realista, con momenti da favola e da teen movie che ha offerto a una delle star europee della risata più amate, Benoit Poelvoorde, uno dei ruoli più intensi e commoventi. Al suo fianco, c'è la giovane rivelazione Justine Lacroix, classe 2002 . Il film, vincitore al Giffoni Film Festival per la categoria Generator +16, arriverà in sala dal 12 ottobre con Nomad. Alla base della storia c'è 'Monster in The Hall', la piece di David Grieg nata da un laboratorio teatrale in un sobborgo della Scozia, con una classe di "giovani badanti", cioè quegli adolescenti che si prendono cura di un genitore isolato, malato, tossicodipendente o alcolista.
"Grieg gli aveva spiegato di voler scrivere un testo teatrale su di loro e i ragazzi gli avevano detto si, a due condizioni, che fosse divertente e che i protagonisti non suscitassero pietà - spiega il regista a Roma presentando il film -. Due aspetti che rispetto pure io in Normale, non riducendo l'identità dei personaggi alla propria condizione ma mostrando come vivano pienamente tutte le emozioni". Elementi che Babinet lega alla sua protagonista, Lucie (Lacroix), brillante e introspettiva 15enne che si prende cura da sola, del padre William, vedovo, amorevole ma un po' scombinato, colpito da una sclerosi a placche che si va aggravando. La ragazza, vive le sue difficili giornate tra scuola, il lavoro in panineria, l'immaginare sogni, incubi pieni di zombie e vite parallele (alcune delle quali coinvolgono il ragazzo per cui ha una cotta, Etienne) e il doversi occupare in tutto del padre, dalle decine di medicine alle bollette. La visita di un assistente sociale, che potrebbe dividere padre e figlia, mette a rischio il loro delicato equilibrio. Anche Babinet ha lavorato in passato con i ragazzi delle scuole (già raccontati nel suo documentario Swagger) realizzando dei laboratori di cinema. "Mi ricordo di come si soffre a quell'età, e credo di riuscire ad entrare nella testa degli adolescenti.     Qui lo faccio raccontando una realtà che accade ovunque".
Come ha scelto i protagonisti? "Benoit è un attore che ammiro enormemente, ma pensavo di non poter girare con lui perché è talmente esuberante e incredibile che pensavo non mi avrebbe ascoltato". Attore e regista si sono incontrati in un grande albergo: "Lui all'inizio mi ha preso un po' in giro ma abbiamo bevuto molto whiskey e ho potuto vedere l'uomo dietro la maschera. Benoit è cresciuto in un ambiente popolare ed ha vissuto in una casa famiglia. Ho visto la persona vera e questo ha reso possibile il film". Justine Lacroix invece "era qui al secondo o terzo film. Fino a poco tempo fa aveva un altro sogno, diventare calciatrice. Anche lei viene da una zona molto popolare nell'est della Francia e dà tutto il denaro che guadagna alla sua famiglia". Nel film, "non sta recitando, porta la sua verità e ha aiutato così Benoit a restare altrettanto attaccato alla realtà. Lui in cambio l'ha aiutata attraverso la sua esperienza e l'ha sostenuta con molto affetto. Era come se stessi facendo un documentario su un mondo parallelo".    

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