Le giornate del cinema Muto
tornano dal 7 al 14 ottobre al Teatro Verdi di Pordenone: la
42/a edizione, presentata oggi e diretta da Jay Weissberg, punta
sulle riscoperte e su accostamenti originali di temi, opere,
filoni. Pre-apertura il 6 ottobre al Teatro Zancanaro di Sacile
con la Zerorchestra che accompagnerà, con le musiche composte da
Juri Dal Dan, Poker Faces (1926) di Harry A. Pollard.
A inaugurare il festival, sabato 7, La Divine croisière
(1929), uno degli ultimi film muti di Julien Duvivier
accompagnato dalla partitura composta e diretta da Antonio
Coppola ed eseguita dall'Octuor de France. L'evento musicale di
mercoledì 11 ottobre è Hindle Wakes (1927) di Maurice Elvey,
accompagnato dalla partitura di Maud Nelissen. Per l'evento
finale del 14 ottobre (in replica domenica 15) si vedranno sullo
schermo i protagonisti indiscussi della comicità muta: Charlie
Chaplin e Buster Keaton.
Verrà presentato a Pordenone, in prima mondiale, The Pilgrim
(1923), nel nuovo restauro commissionato dal Chaplin Office. La
partitura originale composta da Chaplin, sarà eseguita
dall'Orchestra da camera di Pordenone diretta da Ben Palmer. A
seguire, per la prima volta in città, Sherlock Jr., del 1924, la
summa del cinema di Buster Keaton. Il nuovo restauro Lobster
sarà accompagnato dall'Orchestra da Camera di Pordenone diretta
da Ben Palmer, con la nuova partitura di Daan van den Hurk. In
anteprima alle Giornate, anche Circe the Enchantress (1924) di
Robert Z. Leonard, con la stella hollywoodiana Mae Murray.
Fra le retrospettive, spicca la seconda e ultima parte di
Ruritania, dedicata alle storie di immaginari regni balcanici e
la rassegna sulle relazioni tra lo slapstick europeo e quello
americano. E ancora, la riscoperta del regista, sceneggiatore,
produttore e attore Harry Piel, considerato il Douglas Fairbanks
tedesco. E poi una sezione dedicata a Harry Carey, popolare tra
gli attori degli inizi del genere western.
Per il Canone rivisitato, il nuovo restauro Lobster del film
di Erich von Stroheim e Rupert Julian Merry-Go-Round (Donne
viennesi, 1923).
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