"Il film francese più potente
dell'anno", così Le Figaro definisce LA NOTTE DEL 12 di Dominik
Moll, già al Festival di Cannes e ora in sala con Teodora il 29
settembre. Un modo del tutto legittimo da parte del quotidiano
francese per rendere merito a un polar anomalo, marziano,
esistenziale, con il quale il pubblico si deve misurare senza
troppi riferimenti di genere. Intanto è un thriller senza un
colpevole in cui la vita personale degli agenti ha così più
spessore dei loro stessi sospetti e delle loro indagini, un
polar poi al femminile e con al centro un'ossessione che si può
sintetizzare così: "Un delitto non risolto ti divora".
È il caso del giovane capo della polizia di Grenoble, Yohan
(Bastien Bouillon), più che ossessionato dall'uccisione della
giovane Clara Royer (Lula Cotton Frapier), una bella ragazza di
diciannove anni a cui viene dato fuoco, senza un apparente
motivo, mentre torna a casa. Ora Yohan, insieme al collega più
esperto Marceau (Bouli Lanners), porterà avanti le indagini su
tutti i conoscenti della ragazza. Tanti i sospettati, o presunti
tali, che entrano nell'indagine, ma alla fine nessuno risulta
davvero colpevole.
In questo "film di fantasia ispirato ad eventi reali" - in
realtà è tratto da 18.3. UNE ANNÉE A LA PJ di Pauline Guéna -
tante le considerazioni che costellano i personaggi anche nel
segno del femminismo e della lotta tra i sessi.
Due su tutte: "C'è qualcosa che non va tra uomini e donne"
dice a un certo punto l'agente Nadia (Mouna Soualem). E sempre
lei: "Sono gli uomini ad uccidere, a fare i poliziotti ed a
indagare sugli uomini che uccidono".
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