Nei 25 anni ''in cui ho fatto film, questo è il primo lungometraggio in cui mi dirige una donna. E' una dimostrazione di come esistano ancora delle barriere per le autrici. Questo ha un'influenza diretta sulle storie, l'esistenza femminile raccontata in modo veritiero, al cinema, è spesso invisibile, perché l'uomo non riesce a immaginarla''. Parola della 35enne Natalie Portman, che dopo il trionfo di critica di ieri con Jackie di Pablo Larrain (in concorso), oggi è alla Mostra fuori concorso con Planetarium di Rebecca Zlotowski, storia d'epoca che affronta temi come il paranormale e l'antisemitismo, nella quale è a fianco di Lily-Rose Depp (figlia 17enne di Johnny Depp e Vanessa Paradis).
''E' stato bello anche avere come coprotagonista una donna, non essere, per una volta, 'una dei ragazzi' - aggiunge sorridendo l'attrice, che finora aveva avuto una regista, Mira Nair, solo in un episodio di 'New York, I love you' -. Lily poi ha un grandissimo talento'''. Il film (nelle sale italiane a novembre con Officine Ubu), trae spunto da eventi reali, come un aneddoto sulle sorelle Fox, tre medium americane inventrici dello spiritismo alla fine del 19/o secolo. Una di loro era stata ingaggiata per un anno da un banchiere affinché incarnasse lo spirito della moglie morta. La regista ha spostato tutto nella Francia di fine anni '30, raccontando una coppia di sorelle sensitive. Laura Barlow (Portman), la maggiore, ha meno poteri e gestisce la carriera della più piccola, Kate (Depp).
Una sera a un loro spettacolo incontrano un produttore, André Korben (Emmanuel Salinger) affascinato dallo spiritismo, che decide di mostrarne il mistero, attraverso di loro, al cinema.
Jane è troppo timida ma Laura inizia la sua carriera d'attrice. Anche per Korben ''mi sono ispirata a un personaggio vero, una sorta di piccolo Dreyfus, ormai dimenticato, Bernard Natan, ricco produttore di origine romena, naturalizzato francese, che nel 1942 fu vittima di una campagna antisemita e consegnato ai nazisti'' spiega la regista. Il melange di elementi nel film ''è nato dalla voglia di raccontare un mondo immaginario attraverso strumenti che appartengono al cinema. Per questo ho approfondito temi come ipnosi, spiritualismo e spiritismo''.
Lily-Rose Depp, radiosa in un vestito corto giallo, ha amato l'originalità del suo personaggio: ''Spesso al cinema vedi ruoli di donne giovani e seducenti, ma senza sostanza. Kate invece è infantile ma ha anche in se' una serietà e una maturità che vengono dal conoscere cose che gli adulti intorno a lei non sanno''. Come regista, aggiunge Rebecca Zlotowski ''sento la responsabilità di uscire dagli schemi nel raccontare la sensibilità delle donne. Mi ispiro al cinema al femminile incarnato da grandi come Simone Signoret e Annie Girardot''.
Natalie Portman ha colto sul set ''da Rebecca, delle dritte che mi saranno utili quando tornerò a fare la regista. Come essere più decisa, ad esempio''. Per lei ''lavorare con Pablo Larrain e Rebecca Zlotowski ''è stato un regalo. Avere poi entrambi i film alla Mostra è un vero onore, la ciliegina sulla torta''. Infine, a proposito dell'approccio personale all'elemento paranormale della storia, ''io non avevo mai fatto sedute spiritiche, a parte una finta a casa mia con le amiche, per ridere'' spiega Lily-Rose Depp. Anche Natalie Portman non ha mai fatto 'sedute' ma ''credo sia possibile entrare in contatto con gli spiriti... tutto è possibile''.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA