"Hollywood fa film per chi non
legge", dice Andrei Konchalowskij, al Lido per il film Paradise
in corsa per il Leone d'oro a Venezia. Ma il regista russo parla
anche di olocausto, uno dei temi del film, nazismo e
nazionalismo ("due termini che ormai si confondono l'uno con
l'altro"), democrazia ("in suo nome quante bombe su Libia,
Serbia e Iraq"), fondamentalismo e, infine, anima umana divisa
tra angeli e demoni.
Il film racconta, in uno splendido bianco e nero, la storia
di tre destini e delle loro coscienze post mortem, ovvero quello
di Olga, aristocratica russa e membro della Resistenza francese,
Jules, commissario collaborazionista francese, e Helmut,
ufficiale tedesco delle SS, che si intrecciano inevitabilmente
durante la guerra fin dentro i campi di concentramento.
La Shoah "non è vero che è un tema abusato. Non la ricorda
più nessuno, come nessuno ricorda chi fosse Mussolini. La gente
va su Internet per scoprire queste cose. Il problema della
perdita di memoria - sottolinea - è serio".
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