Riesce difficile accostare il
realismo sentimentale di Claude Lelouch e il sarcasmo nero di
Pietro Germi, il cinema elegante e falsamente sperimentale del
popolare autore francese che segnò un'epoca con Un uomo, una
donna e la commedia di costume figlia dell'indignazione morale
del miglior neorealismo che costruisce l'affresco di Signore e
Signori. Eppure la giuria di Cannes del 1966 riuscì in questo
doppio salto mortale ecumenico, dividendo a metà l'ambito Grand
Prix del festival (odierna Palma d'oro) tra i due film e i due
registi, il francese e l'italiano, il parigino e il genovese che
prima la Sicilia e poi il Veneto adottarono un po' controvoglia.
Adesso "Signore e Signori" rivive sulla Croisette - sarà
proposto il 14/5 nella sezione Cannes Classics -
nell'impeccabile restauro realizzato dal laboratorio
dell'Immagine Ritrovata grazie all'impegno congiunto della
Cineteca di Bologna, di Istituto Luce - Cinecittà e della Dear
Film che lo realizzò per volontà di Robert Haggiag produttore
assieme a Germi.
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