futuro dove ai Green bonds possano seguire Cultural bonds in grado di finanziare progetti culturali ad alto impatto positivo: è "il sogno" nel cassetto di Gabriela Ramos, candidata del Messico al vertice della direzione generale dell'Unesco, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura.
Ramos, messicana di Michoacán, con alle spalle una esperienza ventennale all'Ocse, dal 2020 è vicedirettrice generale per le Scienze Sociali e Umane dell'Unesco, divenuta in questi cinque anni interlocutore globale, anche in occasione del G20 e del Global Digital Compact, su temi come l'etica dell'intelligenza artificiale, lo sviluppo inclusivo, la lotta al razzismo e l'uguaglianza di genere. Ramos è una dei tre candidati - con Khaled El Enany, ex ministro del Turismo e delle Antichità dell'Egitto e Firmin Edouard Matoko, vicedirettore generale per le Relazioni Esterne e la Priorità Africa - al vertice dell'Unesco da rinnovare il prossimo ottobre.
Intervistata dall'ANSA disegna un futuro per l'organizzazione in cui la sua architettura di piattaforma internazionale (vi aderiscono 193 paesi più quelli associati) possa avere un ruolo portante per il dialogo e la pace. "L'Unesco negli ultimi venti anni ha costruito la più imponente infrastruttura per riconoscere e valorizzare l'eredità culturale, tra patrimonio tangibile e intangibile, ma il rischio - osserva Ramos - è che questa attività diventi un fine e non un mezzo: io penso che ci stiamo dimenticando quella che è la parte più importante, ovvero facilitare la condivisione delle espressioni culturali dei diversi paesi per costruire ponti tra di essi, usare la cultura e le differenze esistenti per costruire la pace e la comprensione". In attesa del Mondiacult, la conferenza Unesco che stilerà l'agenda culturale per i prossimi anni, "il mio sogno - spiega la candidata - è che la cultura possa seguire il trend che il settore finanziario ha disegnato a fronte del cambiamento climatico: in quel caso abbiamo avuto i green bonds, gli investimenti su settori come le rinnovabili ritenuti più remunerativi che quelli sulle energie fossili. Ora vorrei che ci fossero investimenti impattanti e profittevoli sui beni culturali, per prima cosa garantendo più accesso nelle scuole oppure puntando alla diffusione dell'apprendimento musicale".
Ma gli esempi sarebbero tanti. "Va ricordato che fin dalla sua creazione i pilastri di Unesco sono stati educazione, cultura e scienze e questo per contribuire alla cooperazione e alla comprensione tra tutti i paesi. Per questo dobbiamo sollecitare più cooperazione e una migliore conoscenza delle differenze tra culture e esperienze tra i paesi per connetterli e contribuire alla creazione di un mondo di pace" sottolinea ancora la candidata Dg indicata dalla presidente del Messico Claudia Sheinbaum.
Quali saranno le azioni che Unesco dovrà intraprendere a favore dell'empowerment femminile? "Un'organizzazione come Unesco deve continuare a insistere su questo perché non è un bene solo per le donne, ma per la società intera visto che è stato dimostrato che c'è anche un significativo impatto sul mondo degli affari e sull'economia. Quindi se pensiamo a una società sostenibile e con maggiore qualità della vita c'è bisogno che le donne siano messe in grado di raggiungere il loro massimo potenziale" afferma Ramos nel cui programma la prima linea portante è l'inclusione. "Perché è un fatto - ricorda - che nel ventunesimo secolo ci sono ancora donne che per legge non possono andare a scuola come nel caso dell'Afghanistan o ricevere eredità o andare al lavoro e uscire sole come accade in molti paesi. Ma anche dove ci sono leggi contro la disuguaglianza ci sono comunque atteggiamenti sociali e codici a discapito della parità di genere in termini di supporto, incoraggiamento ad essere ambiziose, a essere indirizzate verso attività economiche più profittevoli. E vediamo - afferma ancora - che anche se ci sono stati miglioramenti nei paesi sull'avviamento delle donne allo studio delle scienze o dell'IA o dell'ingegneria c'è ancora molta strada da fare. Una delle aree su cui in particolare ci siamo orientati è quello dell'intelligenza artificiale dove le donne presenti a livello lavorativo sono solo il 22%".
L'unico standard internazionalmente riconosciuto nell'IA è proprio quello dell'Unesco: "È molto ambizioso perché verte sull'impatto della tecnologia nelle nostre società . Il punto su cui concentrarsi - spiega Ramos - non è tanto su cosa riescono a fare queste tecnologie ma su cosa queste tecnologie possono fare per la società, per essere più efficienti, più produttivi, sconfiggere la povertà, salvare gli oceani; e come fare affinché puntando a queste azioni si salvaguardino i diritti umani, la dignità e la trasparenza".
La grande forza dell'Unesco è quella di essere responsabile di un'agenda che mette l'accento sulle differenze e non sulle divisioni. "Penso che dobbiamo veramente dispiegare gli asset di cui disponiamo per contribuire al dialogo e in questo senso è importante che la nostra organizzazione diventi più incisiva, più agile, che possa dimostrare e mettere in atto quel multilateralismo di cui il mondo ha bisogno in termini di istituzione che trova soluzione a problemi concreti e che conduce i paesi a confrontarsi con le sfide globali che abbiamo davanti".
Per il futuro Ramos vede azioni da sviluppare come quella che Unesco ha realizzato per il restauro di edifici storici distrutti dall'Isis a Mosul: "Dovrebbe essere un esempio, so che ci sono tanti donatori che potrebbero supportare Unesco nella ricostruzione dei tanti siti" distrutti da guerre, come Palmira in Siria e non solo. E in prima fila, a sorpresa, spunta l'Italia: "È sempre stata super generosa nei finanziamenti e svolge una grande azione di supporto alla conservazione del patrimonio culturale di paesi con meno mezzi anche con missioni di expertise".
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