(di Max Firreri)
Il primo
rilevamento della zona lo fece Dieter Mertens nel 1996.
L'archeologo tedesco ebbe allora l'intuizione che in quel posto
del parco archeologico di Selinunte (Trapani) ci fossero altri
resti dell'antica città e, in particolare, che la cinta muraria
fosse molto più ampia di quella allora conosciuta. Lui aveva
scavato già due delle porte di accesso che guardavano al porto
orientale e, a nord, doveva esserci un'altra porta. Sono stati
necessari 29 anni affinché quella cinta muraria affiorasse,
grazie agli scavi avviati dal parco archeologico diretto da
Felice Crescente. I risultati di quegli scavi sono stati
illustrati stamattina nell'auditorium del baglio Florio a
Selinunte, alla presenza dell'assessore regionale all'identità
siciliana Francesco Scarpinato.
La scoperta riscrive oggi la nuova mappa dell'antica
Selinunte. Alla luce sono state portate le mura della città
arcaica, prima della distruzione dei Cartaginesi nel 409 avanti
Cristo. La città, dunque, si estendeva più a nord rispetto
all'attuale perimetro del parco, confermando così l'importanza e
potenza dell'insediamento tra i centri di cultura greca del
Mediterraneo: a fine V secolo avanti Cristo a Selinunte vivevano
almeno 26mila abitanti, il suo territorio di influenza andava
dall'attuale Mazara a Monte Adranone, sopra Sambuca, a Sciacca
ed Eraclea Minoa, per un totale di altri 90mila abitanti.
Sono state individuate almeno 5000 tombe in tre diverse
necropoli, tutte saccheggiate nei secoli dai tombaroli. Con gli
scavi condotti dai giovani archeologi di 'Archeofficina' sotto
la direzione scientifica di Carlo Zoppi dell'Università del
Piemonte orientale, sono tornate alla luce porzioni di mura
fortificate che chiudevano la città da Nord, e la porta, da cui
passava la via sacra verso la necropoli monumentale fuori le
mura. Questa era la via di accesso più difficile perché non
protetta dai due fiumi e dal mare. Quando nel 409 avanti Cristo
i Cartaginesi assediarono e distrussero Selinunte,
attraversarono, probabilmente, anche questo ingresso: Diodoro
Siculo descrive l'offensiva da Nord, dieci giorni di assedio e
riporta 16mila morti in battaglia.
"Siamo partiti dall'intuizione di Mertens e dagli scavi
dell'Istituto Germanico che ha dimostrato l'esistenza di un
primo abitato - ha spiegato il direttore del parco Felice
Crescente -. Superando le recinzioni che risalgono a trent'anni
fa, abbiamo trovato la cinta muraria e la porta monumentale di
circa 3 metri, identica alle altre due scavate da Mertens,
quindi riconducibile al V secolo. Il fatto che guardi alla
necropoli monumentale ci porta a pensare che da qui passavano i
cortei funebri".
"Possiamo parlare di 'modello' Selinunte - ha sottolineato
l'assessore regionale Scarpinato -: il parco ha chiuso il 2024
con un bilancio di 2,5 milioni e 350mila visitatori, e abbiamo
deciso di scavare con i propri fondi a riscrivere la storia di
Selinunte".
Stamattina è intervenuto in videocollegamento da Roma Dieter
Mertens: "In fondo sono stato io a suggerirlo questo scavo:
intervenire su questo luogo era un desiderio che mi era rimasto
dentro. Mi accorsi di questa cosiddetta 'anomalia' di Galera
Bagliazzo, nei pressi della necropoli monumentale. Era un luogo
bellissimo, immenso, direi obbligatorio dal punto di vista
difensivo della città, da quassù si ha un panorama di 360 gradi.
Quando ho visto le immagini, mi sono emozionato: questa è la
vera porta nord della città, abbiamo finalmente un'idea esatta
della monumentalità e della pianta urbana della città arcaica".
Stamattina, a margine della presentazione dei risultati degli
scavi, è stato presentato il nuovo logo del parco e la
segnaletica stradale che riprendono l'elemento iconico della
foglia del selinon (il sedano), rappresentata su una didracma
del periodo arcaico (540-510 a.C.).
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