Era il 1622 quando l'ex Palazzo Monaldeschi, proprio nel cuore della città papale, divenne sede dell'Ambasciata di Spagna presso la Santa sede. Oggi Palazzo di Spagna, acquistato poi nel 1647 e così prestigioso da dare persino il suo nome alla piazza più celebre e visitata di Roma, compie i suoi primi 400 anni. Ad inaugurare i festeggiamenti, una nuova struttura effimera, come da tradizione seicentesca, progettata per la facciata dall'antropologo visuale Roberto Lucifero, che rimarrà esposta fino alla fine dell'anno.
"Un annuncio che ha suscitato grande curiosità", racconta l'Ambasciatrice Isabel Celaà poco prima della festa inaugurale in piazza, tra musica, balli, invitati esclusivi ma anche una folla di passanti e curiosi. "In realtà - dice - è un divertimento di cui avevamo bisogno, visto la tragedia che abbiamo attraversato".
In un nuovo "Barocco digitale", come lo definisce Lucifero, la struttura si compone di grandi stendardi stampati su pvc microforato, che richiamano i dipinti a tela a trama rada di 400 anni fa. "Abbiamo lavorato in un team di oltre dieci persone - racconta - Volevamo una ricostruzione storica, che fosse rigorosamente filologica, ma con elementi fantasiosi".
Al centro del racconto, il Seicento, ovvero il periodo più ricco di testimonianze delle relazioni tra Santa Sede e Spagna, con tre scene sul blu, colore scelto per "l'effetto cammeo" ma anche "per bucare la facciata con un effetto celestiale".
Nella prima scena, Don Inigo Vélez de Guevara y Tassis, ottavo conte di Onate e terzo Conte di Villameridiana festeggia il suo successo diplomatico nell'aver acquistato Palazzo Monaldeschi per rivenderlo al Governo spagnolo; la seconda coglie Diego Velázquez mentre ritrae Papa Innocenzo X sotto lo sguardo vigile della sua fidata consigliera Donna Olimpia Pamphilj ("circondato da tele realmente appartenute alla collezione di famiglia"); e la terza, sul portone spalancato, riprende un apparto effimero ideato da Claude Lorrain commissionato dall'Ambasciatore spagnolo don Manuel de Moura y Corte Real in occasione dell'ascesa al trono di Ferdinando III da Asburgo, in quanto marito di Anna di Spagna. Più i richiami espliciti a binomi come arte e poter, fede e ragione, dialogo e pace.
"Come nel Seicento l'esposizione di una struttura effimera era una festa per tutto il quartiere - prosegue Lucifero - anche noi abbiamo voluto una festa 'aperta', un po' pop, coinvolgendo la band locale. Questa piazza è diversa da tutte le altre di Roma. Ci sono ambasciate, grandi aziende, brand internazionali: è una sorta di villaggio globale. Non è importante se la signora che fa shopping capisca subito le nostre scene, ma che possa sognare e magari le venga il desiderio di saperne di più grazie al Qr Code a disposizione".
Sede diplomatica permanente più antica del mondo, Palazzo di Spagna è anche uno degli scrigni d'arte e cultura meglio conservati della capitale, "quasi un palazzo reale arredato" dice Lucifero, in un rincorrersi di saloni, arazzi, dipinti e sculture. "Le sorprese maggiori? I due busti del Bernini - risponde sicuro - Ma anche le molte leggende di queste stanze".
In occasione dei 400 anni, l'Ambasciata inaugura anche un calendario di appuntamenti tra convegni, concerti, incontri, a inviti. "Ma siamo consapevoli di quanto sarebbe bello poter aprire il palazzo al pubblico - dice il ministro consigliere Felix Costales - Stiamo pensando come farlo nella maniera più adeguata, lavorando per alcune giornate a porte aperte dopo l'estate".
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