Sette sale del Museo Nazionale di
Ravenna sono interessate da un nuovo allestimento: quattro
dedicate alla pittura, due alle ceramiche e una agli oggetti
devozionali. Frutto di un lungo lavoro composto da molteplici
fasi, dalla ricerca d'archivio al restauro, dagli accordi con
istituzioni alla progettazione dei nuovi sistemi espositivi, il
percorso sarà fruibile al pubblico dal 20 marzo.
"È un progetto ambizioso per un museo statale - spiega la
direttrice del Museo, Emanuela Fiori - ma è stato pensato
affinché l'arrivo del capolavoro di Nicolò Rondinelli, tornato
in città grazie al progetto del ministero della Cultura '100
opere tornano a casa', non fosse un'occasione sprecata.
Ristudiando le opere pittoriche già presenti e firmando
importanti convenzioni con altri istituti museali autonomi
nazionali abbiamo creato un racconto che restituisce dignità a
questa collezione di dipinti che, seppur piccola, è un vero
excursus nell'arte romagnola tra XV e XVIII secolo".
Le prime quattro sale ospitano opere rilevanti per la pittura
del territorio, come la Resurrezione dipinta da Luca Longhi,
concessa in prestito pluriennale dalla Pinacoteca Nazionale di
Bologna. Nelle tre sale successive ceramiche istoriate,
maioliche arcaiche e oggetti devozionali acquisiscono maggiore
risalto grazie alle vetrine espositive e al rinnovato assetto
illuminotecnico. "La collaborazione con il Museo Internazionale
delle Ceramiche di Faenza - sottolinea Giorgio Cozzolino,
direttore regionale Musei Emilia-Romagna - ha consentito il
rientro a Ravenna di una serie di maioliche, in parte coinvolte
nei dolorosi avvenimenti della seconda guerra mondiale. Grazie
poi alla convenzione con la Soprintendenza di Ravenna verrà
esposto anche un nucleo di ceramiche provenienti dallo scavo
della Chiesa di Santa Croce, così come tornano visibili
nell'ultima sala piccole ma preziose testimonianze tessili
rinascimentali".
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