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Biancaneve tra woke, live-action e fanta-marketing

Biancaneve tra woke, live-action e fanta-marketing

In sala dal 20 marzo l'atteso remake con Rachel Zegler e Gal Gadot

ROMA, 19 marzo 2025, 20:14

di Francesco Gallo

ANSACheck
biancaneve - RIPRODUZIONE RISERVATA

biancaneve - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il dubbio è più che legittimo. Visto che Biancaneve è un film che si va a vedere con i mille pregiudizi di una lunga vigilia scandita dalle polemiche, si potrebbe immaginare che, con un po' di fanta-marketing, annunciando un inferno ricco di fiamme alla fine tutto sembri più bello. Di fatto l'atteso remake live-action del classico Disney a firma di Marc Webb, in sala da domani, e con protagoniste Rachel Zegler e Gal Gadot ha, oltre alle molte critiche, anche i suoi estimatori almeno tra chi l'ha visto in anteprima in Usa e in Italia. Certo, la rilettura in chiave woke può far sorridere e infastidire, ma non più di tanto visto che questo approccio da qualche anno è diventato normale al cinema e così neppure lo si nota troppo, con buona pace di tutti. Fanno un po' sorridere poi le accuse per aver scelto Rachel Zegler, attrice di origini colombiane per il ruolo di Biancaneve (nome che nella favola dei Grimm indicava appunto la pelle bianca come la neve), ma poi se si va a vedere quella originale del 1937, disegnata da Grim Natwick, ha i capelli scuri ed è anche molto somigliante a Zegler, davvero bellissima. Anche lo stravolgimento della fiaba originale nel segno del woke non dà certo fastidio e sicuramente non sarà neppure notato dagli utenti privilegiati di questo genere di film: i bambini.
    Insomma va bene che il principe azzurro non sia affatto nobile, ma un ladro che ricorda Robin Wood e che nel finale, molto politically correct, baci la principessa di traverso (nessun bacio rubato). Va bene anche che una volta in fuga, raggiunta la casa dei sette nani, Biancaneve non si metta certo il grembiule, ma insegni loro a dare di ramazza. Va bene anche infine che la regina Grimilde, la perfida e malvagia matrigna di Biancaneve, strega esperta di magia nera, debba fare i conti con un'altra donna, ovvero con una Biancaneve che diventa una sorta di Giovanna d'Arco e si mette a capo di un 'quarto stato' tutto al femminile, pronta a detronizzarla. Ma c'è una cosa che mette d'accordo tutti: i nani live-action sono davvero tanto brutti quanto sono riuscite invece le animazioni degli animali.
    "Nonostante sia diventato un punching ball su Internet, il remake della Disney di Biancaneve è in realtà un successo!" scrive Matt DeGroot di Crooked Media. Mentre Paul Klein del magazine Film Hound, sempre pescando nelle critiche positive, sottolinea: "Potrei pentirmi di averlo detto, ma Biancaneve è un film solido. Mi sono piaciuti molto i numeri musicali, in particolare quello di apertura e il bop malvagio della regina.
    Zegler è stata poi fantastica nel ruolo principale. Sono solo i nani della CGI la vera delusione del film".
    Per il film, costato oltre 200 milioni di dollari c'è chi, grazie a queste buone critiche, immagina un'apertura nel weekend in America di circa 45 milioni di dollari a cui si aggiungerebbero i 55 milioni del resto del mondo. Alla proiezione romana anche Ginevra M., una bambina di sette anni dice la sua: "La strega cattiva mi ha fatto paura, e le dò 0, ma a tutto il resto dò un bel 10".
   

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