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Cannes 2015: l'anno del ritorno all'impegno dopo il glamour

Cannes 2015: l'anno del ritorno all'impegno dopo il glamour

Apertura A testa alta, con dramma realistico

14 maggio 2015, 10:46

dell'inviata Alessandra Magliaro

ANSACheck

Sara Forestier, Rod Paradot, Emmanuelle Bercot, Catherine Deneuve e Benoit Magimel © ANSA/EPA

Sara Forestier, Rod Paradot, Emmanuelle Bercot, Catherine Deneuve e Benoit Magimel © ANSA/EPA
Sara Forestier, Rod Paradot, Emmanuelle Bercot, Catherine Deneuve e Benoit Magimel © ANSA/EPA

Un anno fa l'apertura glamour con Grace di Monaco e Nicole Kidman star del festival di Cannes, quest'anno tutto un altro tono con il film fuori concorso La Tete Haute, A testa alta, di Emmanuelle Bercot, un film che con il linguaggio del documentario racconta una storia dura e toccante, immersa nella realtà di quel disagio giovanile di cui sono piene le città europee. Un debutto 'realistico' che fa discutere anche se a salire i gradini della Montée des Marches ci sarà per questo film Catherine Deneuve, una signora di Francia.
   
Al centro c'è Malony, Rod Paradot un ragazzino di una qualunque banlieu che comincia a conoscere assistenti sociali e giudici minorili quando è ancora un bimbetto. La madre (Sara Forestier), giovane e fragile, deve crescere lui e il fratellino, arrangiandosi. Senza padre e con una mamma così, Malony e' il tipico caso di ragazzo che sarà presto perduto, che abbandonerà la scuola e si metterà nei guai. Cosa che avviene puntualmente e più volte. Ma sulla sua strada, in un percorso a dir poco accidentato, pieno di drammi, trova chi a tutti i costi, persino oltre ogni ragionevole pazienza, come una giudice minorile (la Deneuve) e un educatore (Benoit Magimel) prova a recuperarlo e ad offrirgli un futuro che non sia il carcere.

''E' un inno al sistema della giustizia minorile francese, uno dei punti forti di questo paese'', ha detto la regista spiegando che si tratta di ''una storia di finzione anche se documentatissima. Girare le varie scene del tribunale con i minori in attesa di udienza e circondati da guardie e' stato difficile e il finale del film con Malony che con il suo bebè in braccio se ne va al suo futuro percorrendo per l'ultima volta questi corridoi pieni di ragazzi come e' stato lui, e' molto simbolico''. Un omaggio, ha ammesso la Bercot, ai 400 colpi di Francois Truffaut.

Catherine Deneuve interpreta un giudice minorile fermo ma pieno di umanita' e compassione. Pur senza infrangere le regole, mostra al perduto Malony un lato materno che è una delle molle del cambiamento. ''Questi giudici - ha raccontato in conferenza - fanno un lavoro che non conoscevo abbastanza, sono generosi, pieni di amore e perserveranti. Ho parlato con tanti di loro prima di cominciare il film e ne sono rimasta colpita, fanno un lavoro durissimo anche psicologicamente e per farlo devi avere proprio una vocazione. Ma offrire delle figure forti di riferimento in un momento sociale di vuoto familiare e' quanto mai necessario''. Che Cannes sia un festival quest'anno marcatamente femminile e' dichiarato in tutti i modi, il sospetto che La Tete Haute sia stato scelto come film d'apertura 'anomalo' perche' diretto da una regista è lecito. ''Io penso sia stato selezionato il film non il mio nome - ha detto la Bercot - è vero però che sta emergendo una nuova generazione seppure perlomeno in Francia si tratti di una minoranza, il 37%, ma ci possiamo esprimere liberamente e arriviamo, due nel caso di quest'anno, a partecipare al concorso di Cannes''. Il segno che il delegato generale del festival Thierry Fremaux ha imposto con l'apertura di un film senza appeal glam è piuttosto un altro: ''e' il tema la cosa importante di quest'opera e penso sia stato determinante per la scelta. La storia di Malony vuole ribadire che l'educazione è un diritto fondamentale dell'infanzia e un dovere dello Stato provarci a tutti i costi (sociali ed economici ndr) arrivando là dove la famiglia non arriva. Proteggere le nuove generazioni, dare loro le opportunità, aiutare a cambiare i destini, è la cosa giusta''.

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