"Una sconfitta dell'islamismo". Così lo scrittore marocchino Tahar Ben Jelloun ha parlato della primavera araba nel giorno d'apertura della fiera della piccola e media editoria Più libri più liberi all'Eur. "In Tunisia hanno dovuto abbandonare, in Egitto sono stati costretti ad andarsene e se pensiamo al caso del Marocco, dove non c'è stata la primavera araba ma ci sono state importanti riforme, gli islamisti non sono in grado di governare. Benchè il nuovo governo sia composto da loro non occupano posti di particolare rilievo. L'economia, gli Interni, gli Affari esteri sono in mano a tecnocrati. Non sanno davvero cosa sia il potere e ci auguriamo non tornino mai più" dice lo scrittore marocchino, autore di libri come "Il razzismo spiegato a mia figlia" e "Amori stregati", del quale nel marzo 2014 arriverà in libreria un nuovo romanzo pubblicato da Bompiani. Una cosa però è certa: "oggi non si può più avere paura delle dittature perchè molte persone hanno sacrificato la propria vita per distruggerle" ha sottolineato Ben Jelloun in un affollato incontro con Bruno Manfellotto dedicato a "Leggere come scelta di libertà". La Siria è un caso a parte: "ci sono più paesi in guerra. Putin è stato molto intelligente. E' stato lui a programmare la storia delle armi chimiche e così ha legittimato il governo di Assad". E dalla letteratura cosa ci si aspetta su queste rivoluzioni? "Grandi opere letterarie e cinematografiche perchè è il dramma a creare la storia ma c'è bisogno di distanza perchè la letteratura lavora per metafore e simboli". Quanto al reclutamento degli islamisti in Europa "è un business con due fonti di reddito: la droga e la presa degli ostaggi. Non ha nulla a che vedere - spiega Ben Jelloun - con religione e valori". Il vero problema di oggi non "è l'immigrazione - sottolinea lo scrittore - ma la rete di mafiosi che va perseguita con tutti i mezzi. E non è vero che sono gli immigrati a creare disoccupazione. Ci sono lavori che gli europei non vogliono più fare, in Francia sono un milione i posti di lavoro non coperti. Quando c'è una crisi si da sempre la colpa agli stranieri". Dell'Italia Ben Jelloun dice che "è sempre stato un paese in fibrillazione politica" ma non capisce "perchè la gente continui a votare Berlusconi anche se - conclude - non voglio giudicare un paese che amo".
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