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Verso le nomine per la Giustizia, De Michele al Dap

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Verso le nomine per la Giustizia, De Michele al Dap

Giammaria agli affari generali e Di Domenico all'organizzazione

ROMA, 14 maggio 2025, 21:22

Lorenzo Attianese

ANSACheck
- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Potrebbe terminare dopo quasi sei mesi lo stallo istituzionale sulla nomina del nuovo capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria. Il ministero della Giustizia supera l'impasse con il Quirinale e si prepara a portare nuove nomine in Cdm, dopo la serie di dimissioni di alti dirigenti nel dicastero. In queste ore potrebbero essere già depositate le tre richieste all'ufficio del comitato di presidenza del Consiglio superiore della magistratura: su tutti spicca l'incarico per Stefano Carmine De Michele, che sarà il nuovo capo del Dap.

Si tratta di una poltrona vacante fin dal dicembre scorso, quando l'allora dirigente Giovanni Russo diede le sue dimissioni. La reggente è da mesi la sua vice, Lina Di Domenico, inizialmente informalmente designata alla successione a tutti gli effetti. Ma è stata proprio questa la ragione dello stallo durato mesi, che già tempo fa avrebbe suscitato irritazione negli ambienti della presidenza della Repubblica per le modalità sulla proposta del nome di Lina Di Domenico: la notizia della possibile scelta era trapelata da via Arenula prima di una qualsiasi comunicazione ufficiosa a Sergio Mattarella che ha il compito di controfirmare la decisione del governo.

Sulla vicenda Palazzo Chigi avrebbe ritenuto di non volere entrare, costringendo di fatto il Guardasigilli ad un passo indietro sulla scelta del nome per il nuovo capo del Dap: sarà De Michele, attualmente in forza al Dipartimento organizzazione giudiziaria (Dog) come direttore generale delle risorse materiali e delle tecnologie del ministero.

Di Domenico però non resta senza un ruolo, occupando la casella di numero uno del Dog, appena lasciata libera dal magistrato Gaetano Campo, il quale ha già chiesto al Csm di rientrare in ruolo. Stessa scelta è stata fatta da Luigi Birritteri, capo uscente del Dipartimento affari di giustizia, che passerà il testimone ad Antonia Giammaria, attuale direttrice generale dello stesso Dag.

Le dimissioni erano tutte quasi annunciate da tempo, dopo le incomprensioni che avevano come sintomo una costante mancanza di comunicazione, come si apprende dai rumours, con il gabinetto del ministero.

L'ultimo incidente tra i vertici del dicastero e il Dag risale allo scorso febbraio, quando il guardasigilli Carlo Nordio e il capo di gabinetto Giusi Bartolozzi non furono tempestivamente messi a conoscenza dal Dipartimento dell'ordine di esibizione documentale da parte del tribunale dei ministri in merito alle indagini dello stesso tribunale sul caso Almasri, il generale libico prima arrestato in Italia e poi rimpatriato. Per entrambi la decisione sarebbe quindi dovuta anche alla linea del ministero che, promuovendo lo spoil system, aveva deciso momentaneamente di accentrare le funzioni. A lasciare era stata anche Maria Rosaria Covelli, a capo dell'Ispettorato fino allo scorso anno.

L'effetto domino delle varie dimissioni era partito dall'abbandono dell'incarico - nella primavera dello scorso anno - del precedente capo di gabinetto, Alberto Rizzo, cui era subentrata la vice Giusi Bartolozzi e con la quale non si era mai stabilita un'intesa.

   

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