"In questi giorni la stampa è
tornata ad accostare il nome di Giovanni XXIII a quello di
Francesco, un pontefice del Novecento e un pontefice del Terzo
Millennio, quasi che ci fosse una sorta di continuità, che molti
hanno visto nel modo di approcciarsi di Papa Bergoglio, nella
sua semplicità e umiltà, nei suoi gesti familiari. Questo fatto
ci ha profondamente colpito, ma la continuità fra il papa
argentino e quello bergamasco è soprattutto nel segno del
Concilio Vaticano II". Parla così all'ANSA Emanuele Roncalli,
giornalista in pensione e pronipote di San Giovanni XXIII,
ricordando papa Francesco.
"Non ci aspettavamo una dipartita così improvvisa dopo averlo
visto il giorno prima in tv - aggiunge -. Come familiari abbiamo
molti ricordi, di certo quello più emozionante l'incontro nel
giorno della canonizzazione di papa Roncalli con Wojtyla. Nipoti
e pronipoti ci siamo trovati assieme a capi di Stato, capi
delegazione, ma Francesco ci ha accolto con semplicità facendoci
sentire parte della sua stessa famiglia".
Emanuele Roncalli, che ha seguito per L'Eco di Bergamo i
conclavi che hanno portato all'elezione di Benedetto XVI e
Francesco, ha un ricordo personale: "Mi rivedo il giorno
dell'elezione di Bergoglio in piazza San Pietro e mi vengono
ancora i brividi. Avevo scelto di lasciare la sala stampa per
seguire l'evento dal vivo. Quando è apparso e ha scandito quel
'buonasera', mi sono tornate alla mente le parole di Giovanni
XXIII: 'la mia persona conta niente, è un fratello che vi
parla'. Francesco come uno di noi, ho subito pensato e in
effetti la sua parabola esistenziale lo ha dimostrato".
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