Figurano anche tre elementi di
spicco del Clan dei Casalesi (fazioni Bidognetti e Schiavone)
tra le cinque persone arrestate dai carabinieri di Aversa
(Caserta) al termine di indagini coordinate dalla Direzione
Distrettuale Antimafia di Napoli: il primo, noto imprenditore
attivo nell'area del litorale domitio ritenuto "stabile
riferimento del clan per il finanziamento delle casse della
famiglia Bidognetti". Un incarico che ricopriva avviando
iniziative economiche comuni con esponenti del gruppo criminale.
Tra queste, l'acquisto all'asta di numerosi immobili,
laddove l'imprenditore avrebbe corrisposto delle somme di denaro
ad appartenenti al clan, grazie al cui intervento, gli altri
offerenti venivano indotti a rinunciare alla partecipazione
all'incanto così da consentire all'imprenditore di aggiudicarsi
i beni.
L'imprenditore, secondo quanto ricostruito, sarebbe, altresì,
direttamente coinvolto in un progetto per la realizzazione di un
ristorante di una nota catena di fast food in un terreno sito a
Castel Volturno lungo la via Domiziana, già di proprietà di un
imprenditore colluso con il clan Bidognetti e colpito da
confisca di prevenzione.
Il secondo soggetto, anche lui ritenuto legato alla stessa
fazione dell'imprenditore, si occupava invece della gestione
delle attività estorsive sui territori dei comuni di Lusciano e
Parete, storicamente di egemonia del clan.
Il terzo soggetto, invece, è stato individuato quale
referente del clan - gruppo Schiavone, e anche lui si occupava
di estorsioni. Terminato un lungo periodo di detenzione si
sarebbe immediatamente rimesso in attività non solo nelle
estorsioni ma anche nel traffico di droga.
Il quarto arrestato è un albanese: versava migliaia di euro
al mese al clan dei Casalesi per spacciare e gestire in regime
di sostanziale monopolio le forniture di sostanze stupefacenti
alle piazze di spaccio del litorale domitio.
Sia lui sia il quinto arrestato sarebbero coinvolti con altri
soggetti invece appartenenti al clan, e per i quali si è
proceduto separatamente, in un'estorsione ai danni di un
imprenditore operante sul litorale domitio, dal quale con
violenza e minacce, veniva preteso il pagamento di ben 15mila
euro.
Le misure cautelari riguardano l'imprenditore 80enne Antonio
Fusco; Nicola Gargiulo, 67 anni; Nicola Pezzella, 63 anni;
l'albanese Hermal Hasanai, 84 anni e Umberto Meli, 93 anni.
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