A luglio del 2022 Hasib Omerovic precipitò dalla finestra di un'abitazione alla periferia di Roma durante un controllo di polizia, rimanendo gravemente ferito. Per quella vicenda il Viminale sarà responsabile civile. Lo ha deciso il gup che, nel corso dell'udienza preliminare, ha rigettato la richiesta di estromissione del ministero avanzata dall'Avvocatura dello Stato.
In particolare, il dicastero compare come responsabile civile per quanto riguarda la posizione dell'assistente capo della polizia Andrea Pellegrini a cui è contestato il reato di tortura. Nel procedimento sono coinvolti anche altri due agenti che hanno scelto il rito abbreviato. Per loro l'accusa è di falso. L'udienza è stata aggiornata al 17 ottobre.
Era il 25 luglio del 2022 quando Hasib Omerovic si lanciò dalla finestra di casa in via Gerolamo Aleandro durante un'attività degli agenti del commissariato Primavalle, procurandosi gravi ferite. All'assistente capo della polizia Andrea Pellegrini, all'epoca dei fatti in servizio nel distretto di Primavalle, viene contestato il reato di tortura.
Secondo l'impianto accusatorio, durante l'attività di identificazione in casa di Omerovic "con il compimento di plurime e gravi condotte di violenza e minaccia" avrebbe procurato "al 36enne un verificabile trauma psichico, in virtù del quale lo stesso precipitava nel vuoto dopo aver scavalcato il davanzale della finestra della stanza da letto nel tentativo di darsi alla fuga per sottrarsi alle condotte violente e minacciose in atto nei suoi confronti".
Il poliziotto è accusato, inoltre, di aver colpito l'uomo con due schiaffi e di aver impugnato "un coltello da cucina" che "brandiva" al suo indirizzo. E anche di aver sfondato con un calcio la porta della camera da letto. Deve rispondere anche del reato di falso in concorso con altri due colleghi per aver attestato che l'intervento nell'appartamento fosse "dipeso dall'essersi incrociati per strada lungo il tragitto e non, come realmente accaduto, da accordi telefonici previamente intercorsi".
Gli indagati avrebbero affermato il falso sostenendo di "aver ricevuto dai condomini dello stabile, una volta giunti sul posto, informazioni secondo cui all'interno dell'appartamento degli Omerovic vivevano più persone" che davano "spesso problemi al condominio" perché vivevano in uno stato "di scarsa igiene" e avrebbero riferito che "durante alcune litigate all'interno dell'abitazione si sentivano spesso urla e lanci di oggetti come bicchieri e coltelli dalla finestra". Informazioni che - secondo l'accusa -, in realtà, erano state acquisite soltanto dopo che il 36enne era precipitato nel vuoto.
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