Una pratica al Csm per incompatibilità da un lato, un fascicolo penale che potrebbe portare all'iscrizione nel registro degli indagati del capo della più grande procura d'Italia dall'altro: sale di livello lo scontro tra i servizi segreti, e dunque il governo, e il procuratore di Roma Francesco Lo Voi. Con Perugia e il Csm snodi dell'ennesima puntata.
"Penso sia utile stemperare gli animi" dice non a caso il ministro della Difesa Guido Crosetto, che poi replica alle parole di Matteo Salvini: 'Non credo ci sia una guerra all'interno dei corpi dello Stato o tra i corpi dello Stato, così come tra poteri". E anche il sottosegretario Mantovano prova a gettare acqua sul fuoco: 'Spero che la contrapposizione con i magistrati si superi'.
Guerra o scontro, la temperatura resta altissima. A Roma, i consiglieri laici di centro destra hanno messo nero su bianco la richiesta al Consiglio superiore della magistratura di aprire in prima commissione una pratica per il trasferimento di Lo Voi per incompatibilità funzionale e ambientale. Sono gli stessi consiglieri che già avevano chiesto l'apertura di un'altra pratica, sempre nei suoi confronti, per l'iscrizione nel registro degli indagati della premier Giorgia Meloni, dell'autorità delegata alla sicurezza Alfredo Mantovano e dei ministri Nordio e Piantedosi dopo l'esposto dell'avvocato Li Gotti per la vicenda Almasri. Con la nuova richiesta i consiglieri chiedono l'avvio di una procedura di trasferimento per incompatibilità ambientale-funzionale e di trasmettere gli atti alla Procura generale per la valutazione di eventuali illeciti disciplinari. "E' evidente che quanto accaduto abbia seriamente compromesso i rapporti istituzionali tra la Procura di Roma e le Agenzie dell' intelligence" affermano Isabella Bertolini, Claudia Eccher, Daniela Bianchini, Felice Giuffrè e Enrico Aimi sottolineando che "risulta essere stato compromesso proprio l'affidamento, da parte delle Agenzie, circa l'effettiva tutela del segreto degli atti trasmessi in Procura".
Su Lo Voi è andato all'attacco anche il presidente dei senatori di FI, Maurizio Gasparri, secondo il quale "bisogna valutare con serenità la prosecuzione della sua permanenza alla guida della procura di Roma". Di avviso opposto Silvia Albano, presidente di Magistratura democratica.
Sul caso Almasri, dice, Lo Voi "ha fatto il suo dovere e a fronte di ciò si è scatenato l'inferno contro di lui, in quella che oramai è una prassi: quando c'è un giudice che emette provvedimenti sgraditi, sia nazionale o internazionale come Cpi, non si critica il provvedimento ma si demolisce la persona del giudice". A Perugia, invece, lunedì sarà iscritto il fascicolo che scaturisce dall'esposto presentato dal Dipartimento informazioni e sicurezza dopo che un'informativa riservata degli 007 è finita tra le carte consegnate ai legali di alcuni giornalisti del Domani, che l'hanno pubblicata. Il documento del Dis ipotizza la violazione dell'articolo 42 comma 8 della legge 124 del 2007 in quanto la procura di Roma, in qualità di destinataria delle informative riservate, avrebbe dovuto adottare le necessarie cautele per evitare l'indebita diffusione dell'informativa dell'Aisi sul caso Caputi.
Come deciderà di muoversi Raffaele Cantone? Il capo della procura umbra come primo passo potrebbe avviare un fascicolo a 'modello 45', ovvero senza ipotesi di reato e senza indagati, oppure valutare se procedere all' individuazione di un reato e all'iscrizione di qualcuno nel registro degli indagati. Atti che teoricamente potrebbero interessare lo stesso Lo Voi. Un'iscrizione, in questo caso, che dovrà essere comunicata al Csm per i profili disciplinari. Un groviglio nel quale di fatto sarà difficile che restino separati gli aspetti politici e quelli giudiziari. E non è escluso che Cantone possa decidere di sentire i personaggi coinvolti nella vicenda.
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