"L'ultimo giorno d'occupazione sarà
il primo giorno di pace": questa frase di Marwan Barghouti,
politico palestinese in carcere in Israele per cinque ergastoli
e considerato uno dei capi della prima e seconda intifada, è
sembrata il leit-motiv della 70ma manifestazione, a Milano,
tutte di sabato, per la causa palestinese dall'inizio del
conflitto.
Il corteo - al quale hanno preso parte circa 700 persone
(dati degli organizzatori) sotto la pioggia fra associazioni
palestinesi, centri sociali tra cui il Vittoria, studenti e
simpatizzanti - si è mosso da Porta Venezia verso i Bastioni per
poi girare in via Vittor Pisani e dirigersi alla Stazione
Centrale dove è prevista la conclusione. Tutto, per ora, si è
svolto senza problemi di ordine pubblico.
"Gaza è distrutta, devastata, violentata, inquinata,
impregnata del sangue dei 180.000 tra morti, feriti e dispersi,
ma Israele non ha vinto perché non ha annientato lo spirito e
la resistenza di popolo e non ha strappato al popolo palestinese
il suo grande sogno di una Palestina libera", è stato più volte
affermato dai partecipanti. Sulla proposta avanzata dal
presidente degli Stati Uniti per Gaza sono stati dati giudizi
totalmente negativi: "Trump spera di apparecchiare una buona
soluzione per l'amico Netanyahu provando ad imporre la
deportazione di milioni di palestinesi fuori dalla Palestina per
farne una nuova 'Costa Azzurra' - ma ha ricevuto un netto
rifiuto da tutti e anche dai governi dei Paesi arabi limitrofi".
"Non c'è pace senza giustizia e giustizia vuol dire rivendicare
il diritto al risarcimento, vedere Gaza ripulita subito dalle
macerie, vuol dire vedere ricostruiti case, ospedali, chiese,
moschee, strade, università, desalinizzatori e impianti
fognari", è stato detto.
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