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Calci e pugni per aver difeso un amico, 6 ragazzi arrestati

Calci e pugni per aver difeso un amico, 6 ragazzi arrestati

Ai domiciliari per violento pestaggio su 18enne a Sorrento

NAPOLI, 30 novembre 2024, 16:09

di Patrizia Sessa

ANSACheck
- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Punito per aver difeso un amico. Accerchiato, immobilizzato, colpito ripetutamente con calci e pugni. In sei lo hanno picchiato con una violenza inaudita.

Colpi così forti da procurargli la frattura della mandibola e che lo hanno costretto a subìre diversi interventi di chirurgia costruttiva con una prognosi di almeno 3-4 mesi.

Ancora giovani violenti, questa volta a Sorrento, in provincia di Napoli, località nota in tutto il mondo. S

ei ragazzi, tra i 18 e i 20 anni lo scorso 16 ottobre hanno rischiato di uccidere un loro coetaneo ed oggi sono finiti ai domiciliari. E' avvenuto tutto davanti ad un bar, nel pieno centro di Sorrento. Il 18enne aveva difeso un suo amico 'colpevole' di aver fatto ingelosire uno degli aggressori. Aveva, infatti, accompagnato la sua ex fidanzata a casa. Da qui la violenza e la punizione messa in atto nei confronti di chi lo aveva difeso.

E così il 18enne prima fu accerchiato, poi immobilizzato tenendolo per le spalle e poi picchiato fino a perde i sensi. Barcollava, ha dichiarato lui stesso nella denuncia, non riusciva a tenere gli occhi aperti quando lo colpivano. Una denuncia, quella presentata poche ore dopo dai genitori, che ha fatto subito partire le indagini dei carabinieri. All'identificazione dei responsabili della feroce aggressione hanno contribuito sia la vittima, in due diverse occasioni, che numerosi testimoni oculari che hanno fatto nomi e cognomi agli inquirenti. Il gip di Torre Annunziata (Napoli) Emanuele Cozzitorto ha disposto gli arresti domiciliari ritenendo sussistenti i gravi indizi di colpevolezza e anche la possibilità che gli indagati possano reiterare "gravi delitti della stessa specie di quello per cui si procede".

Ha anche sollecitato l'urgenza dell'interrogatorio preventivo, malgrado non ritenga sussistente il pericolo di inquinamento probatorio. E sottolineando le ragioni poste alla base dei provvedimenti disposti il giudice ha spiegato che a suo parere siano i domiciliari quelli più adatti a contenere "la negativa personalità" degli indagati, "palesemente incapaci di controllare i propri impulsi violenti" come si evince "dall'estrema gravità" delle loro condotte. E della violenza subìta dal 18enne, ne parla anche il medico che lo ha curato interrogato dai carabinieri: "Per avere una frattura del genere l'energia cinetica è stata forte in quanto non è facile fratturare l'osso della mandibola". Non si arresta, dunque, la violenza giovanile tra Napoli e provincia. In poco più di un mese sono stati tre i ragazzi morti ammazzati: Emanuele Tufano aveva solo 15 anni quando fu ucciso nella notte tra il 23 ed il 24 ottobre nel corso di una sparatoria, nel cuore di Napoli. Poi, è stato il turno di una scarpa calpestata, a San Sebastiano al Vesuvio, e di un 19enne, Santo Romano, ucciso da chi ha solo 17 anni. Lo scorso 9 novembre ancora spari: Arcangelo Correra fu ucciso a 18 anni, nel centro storico di Napoli, con un colpo alla testa partito dalla pistola che era nelle mani di un ragazzo di solo un anno più grande di lui. 

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