La Guardia di Finanza di Chieti ha
denunciato due persone per reati di natura tributaria,
riciclaggio e truffa aggravata al termine di un'indagine della
Tenenza di Ortona, coordinata dal sostituto procuratore della
Repubblica di Chieti Giuseppe Falasca, nei confronti di una
società con sede nel territorio teatino e operante nel commercio
all'ingrosso di carne fresca congelata e surgelata.
L'impresa risulta intestata a un prestanome, 47enne
nullatenente, e priva di struttura operativa e disponibilità
patrimoniale. Mediante fatture emesse per operazioni inesistenti
per oltre 7 milioni di euro, l'impresa si era interposta tra il
reale acquirente della merce e il fornitore europeo, creando il
tipico sistema delle "frodi carosello", accollandosi il debito
Iva e consentendo al beneficiario della frode, società operante
nel Salernitano, di acquistare, per effetto del mancato
pagamento dell'imposta, beni a un prezzo inferiore a quello di
mercato.
Il debito Iva che lo Stato vantava nei confronti della
società "cartiera" supera i 750.000 euro. All'origine della
vicenda c'è la percezione di contributi pubblici per 405mila
euro utilizzati per l'acquisto di carni estere, erogati nel 2020
da istituti di credito, mediante garanzia della Banca del
Mezzogiorno - MedioCredito Centrale Spa, nell'ambito del "regime
di Aiuti Covid 19".
Il modus operandi illecito era finalizzato alla truffa
aggravata: il "dominus" creava le condizioni per ottenere i
fondi di Stato non spettanti, mediante bilanci di esercizio e
dichiarazioni fiscali artatamente predisposti da un
commercialista del Chietino, procuratore speciale della società
di capitali, alterati mediante registrazione di ricavi mai
conseguiti. La situazione ha portato la società di capitali
all'attenzione della Corte dei Conti regionale per ipotesi di
danno erariale. Il comandante provinciale della Guardia di
Finanza di Chieti, colonnello Michele Iadarola, evidenzia come
"la massima resa investigativa della Guardia di Finanza sia in
grado di intercettare le fenomenologie fraudolente e le condotte
maggiormente lesive per l'Erario. Ciò produce sentimenti di
fiducia nei confronti del Corpo, esaltandone l'unicità
dell'azione di polizia economico-finanziaria a favore dello
Stato, dei cittadini, delle imprese virtuose e delle fasce di
popolazione più deboli".
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