Il fratello e il fidanzato
di Saman "sono le due anime nere di questo processo, si sono
costituite parti civili e a loro l'accusa ha attribuito un
credibilità e una dignità superiore a quella che dovrebbero
avere". E' l'attacco, a due testimoni chiave del processo,
contenuto in un passaggio dell'arringa dell'avvocato Enrico
Della Capanna, difensore del padre della 18enne uccisa a
Novellara nella notte tra il 30 aprile 2021 e per cui Shabbar
Abbas è a processo con la moglie Nazia Shaheen, latitante, e
altri tre familiari, davanti alla Corte di assise di Reggio
Emilia.
"Su questa vicenda - ha detto il difensore in apertura - c'è
stata una pressione mediatica che rende ardua qualsiasi difesa,
il verdetto è scritto. Cosa potranno pensare i giudici popolari
di Shabbar Abbas, di Nazia o di questi disgraziati che sono qui
di fronte a voi?".
"Quello che mi ha colpito di Shabbar Abbas - ha aggiunto -
sono stati gli occhi. Io negli occhi non ho visto cattiveria,
odio, risentimento, crudeltà. Ma rassegnazione, dolore". Shabbar
"è un uomo che ha lasciato il proprio Paese per costruire per sé
e la propria famiglia un futuro migliore, non è mai stato un
uomo violento, cattivo, litigioso". "Qualcuno ha detto che
sarebbe stato violento perché legato alle regole dell'Islam
integralista. Certo, era legato alle sue tradizioni e alla sua
cultura, ma non era particolarmente legato alla religione.
L'imam dice di non aver mai visto lui e la moglie alla moschea".
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