E' corretta la norma che consente al Dap
di vietare ai detenuti sottoposti al 41 bis di ricevere libri e
riviste dall'esterno. Lo ha deciso la Corte Costituzionale
dichiarando "non fondata" la questione di legittimità sollevata
da un magistrato di sorveglianza di Spoleto, Fabio Gianfilippi,
che aveva raccolto l'appello di un detenuto in regime di 41 bis
a Terni. Secondo la Consulta il divieto consente
all'amministrazione penitenziaria, di prevenire contatti del
detenuto con l'organizzazione criminale di appartenenza. Sono
circa 750 i detenuti in regime di 41 bis in Italia. Il
cosiddetto carcere duro, introdotto dopo le stragi di mafia
dell'estate 1992, nelle quali persero la vita i magistrati
Falcone e Borsellino, che prevede la sospensione di alcuni
diritti per i detenuti che abbiano commesso reati gravi come
l'associazione mafiosa. Tra le restrizioni più gravose appunto i
rapporti dei carcerati con l'esterno: dunque gli incontri con i
familiari, le telefonate e i rapporti con gli altri detenuti.
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