L'Unesco da New York torna a
lanciare l'allarme sul patrimonio culturale del Medioriente e
del Mediterraneo minacciato dall'Isis. "Libia e Yemen sono al
momento la nostra maggiore preoccupazione", ha detto Edouard
Planche, dell'agenzia delle Nazioni Unite, nel corso di una
tavola rotonda organizzata dalle missioni di Italia e Giordania
con la partecipazione di Unesco, Unodc, Interpol, esperti di
archeologia e gli ambasciatori di numerosi Paesi sulla "linea
del fronte".
Con i Carabinieri del nucleo per la protezione della cultura
come fiore all'occhiello di quanto può fare la societa' civile,
il Rappresentante Permanente italiano Sebastiano Cardi ha
ricordato che l'Italia, "come Paese amico e parte della regione,
crede fermamente nell'inclusione e nella diversita' ed e' pronta
a mettere in campo gli strumenti politici e pratici per
affrontare questa sfida attraverso la cooperazione
internazionale".
Alcune iniziative sono già state prese tra New York e Parigi.
All'Onu si sta lavorando per organizzare un evento ad alto
livello a settembre durante la settimana ministeriale
dell'Assemblea Generale. L'Italia - ha aggiunto Cardi - vuole
vedere l'eredita' culturale tra gli obiettivi dello sviluppo
sostenibile post 2015.
L'incontro al Palazzo di Vetro ha puntato sulle contromisure.
La proposta italiana di "caschi blu della cultura", una sorta di
Monuments Men del nostro tempo, "e' vista con favore
dall'Unesco", ha detto Planche, assieme a quella delle "zone
culturali protette", al centro di una recente risoluzione
proposta dall'Italia e approvata a Parigi. Secondo l'Unodc,
l'agenzia delle Nazioni Unite per il contrasto al crimine, i
peacekeepers della cultura sono una buona idea, solo che "quando
potranno intervenire potrebbe essere troppo tardi".
Intanto ci sono i Carabinieri. 280 sulla carta, ha detto
Antonio Coppola del Comando Tutela Patrimonio Culturale, si sono
fatti le ossa fin dal 1969 con i tombaroli, ma oggi sono pronti
ad affiancare missioni di pace come hanno fatto in Kosovo e
Iraq. "L'idea dei caschi blu e' interessante - ha detto Coppola
- ma serve una cornice internazionale dentro cui addestrare non
solo militari ma funzionari dei ministeri, archeologi per
costruire banche dati affidabili di cio' che esiste e potrebbe
scomparire".
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