(di Roberto Ginex) Un prete filosofo da circa tre mesi guida la macchina organizzativa della visita del Papa a Palermo. Telefonate una dietro l'altra, in entrata e in uscita: parrocchie, istituti religiosi, movimenti legati alla Chiesa, giornalisti a caccia di informazioni, e poi una serie di riunioni che si susseguono con i vari enti e istituzioni chiamati a fornire autorizzazioni. E' "incandescente" il cellulare di don Salvo Priola, 49 anni, nato a Villabate (Palermo), docente di Filosofia della Facoltà teologica di Sicilia da 20 anni, che è stato chiamato dall'arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice a coordinare l'organizzazione delicata e complessa della giornata del Pontefice nel capoluogo. "Avevo programmato tanti impegni per questa estate - dice don Salvo, rettore del santuario diocesano della Madonna di Altavilla Milicia -, mi aspettava la comunità di Altavilla a Chicago, avevo una serie di attività da portare avanti con i ragazzi, ma davanti al Papa si rimanda tutto. Quando sono stato chiamato dall'arcivescovo, con sincerità, ho detto: 'Eccellenza stavolta ne farei a meno', ma non ho avuto altra scelta e ho dovuto cedere ed ubbidire al mio vescovo". "E' un compito - aggiunge - che implica onori ed oneri, in questi casi ci vuole una persona che sappia cosa e come fare ed io sono ben felice di contribuire a fare bella la nostra Chiesa palermitana. Tuttavia, non è un uomo che fa una orchestra e se tutto va per il verso giusto lo si deve alla collaborazione e alla disponibilità di tutti i soggetti coinvolti a vario titolo". Don Priola ci sa fare, le capacità organizzative le ha nel sangue, ha coordinato nell'ottobre 2010 l'arrivo di papa Benedetto XVI ma ha cominciato ad occuparsi di convegni ed eventi fin da quando era in seminario. "Fu monsignor Carlo Di Vita che allora chiese al rettore di rendermi disponibile per il terzo convegno delle chiese di Sicilia, ma sono numerose le esperienze fatte come l'organizzazione della partecipazione della chiesa palermitana ai convegni ecclesiali nazionali, per 15 anni sono stato direttore dell'ufficio pastorale della diocesi e responsabile dell'organizzazione del congresso eucaristico diocesano 15 anni fa e di tante altre iniziative". La vita di don Salvo Priola è dedicata alla Chiesa fin da bambino con un futuro segnato quello di fare il prete. "Dai racconti di mia mamma, da solo e con indosso soltanto il pannolino entravo nella chiesa di Sant'Agata a Villabate e mi andavo a mettere davanti all'altare ad ascoltare la messa, poi sono stato ministrante, scout e a 14 anni ho intrapreso il percorso in seminario andando a studiare al liceo in una comunità di padri rogazionisti a Roma, poi gli studi di Filosofia alla Pontificia Università lateranense e, infine, il ritorno a Palermo per entrare nel seminario arcivescovile dove sono stato 5 anni per studiare alla facoltà Teologica di Sicilia. Nel 1996, a 28 anni, sono stato ordinato presbitero dal cardinale Salvatore Pappalardo". Dopo le esperienze di viceparroco ad Altarello, Altavilla Milicia e Falsomiele, durante le quali ha ripreso gli studi a Roma per specializzarsi in antropologia filosofica e conseguito il dottorato, ha avuto l'incarico di parroco e rettore del Santuario della Madonna di Altavilla Milicia e da 11 anni è direttore della Scuola diocesana teologica di base, quella che si rivolge, spiega don Salvo, "al popolo santo di Dio, a tutti i fedeli" che intendono svolgere il ruolo di catechisti o ministri straordinari della Chiesa. "Una realtà molto viva nella nostra diocesi - conclude don Priola - con oltre 130 insegnanti e 1.600 allievi nel 2017".
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