Taglio del nastro, questo
pomeriggio, per il neonato centro di prima accoglienza per i
profughi ucraini alla Fiera del Mediterraneo. Sarà pienamente
operativo da domani, in attesa di ricevere i primi ospiti. La
struttura sorge al padiglione 4 della Fiera: un locale a due
piani interamente rimesso a nuovo grazie al lavoro dei volontari
della protezione civile comunale che prestano servizio all'hub,
coordinati da Tommaso Zirilli. "Oggi la macchina
dell'accoglienza siciliana compie un nuovo passo avanti, andando
ulteriormente incontro a coloro che, dall'Ucraina, arriveranno
nella nostra terra - ha dichiarato l'assessore regionale alla
Salute, Ruggero Razza, presente all'inaugurazione -. Ci sono
responsabilità di ordine sanitario che affida l'ordinanza del
capo del dipartimento nazionale di protezione civile, dunque
questo luogo si presta senz'altro alle esigenze di primo arrivo
dei cittadini in fuga dalla guerra. Sono convinto che la Sicilia
si dimostrerà la terra ospitale che è sempre stata".
Tra i presenti, anche il direttore generale del Dipartimento
di Pianificazione strategica dell'assessorato regionale alla
Salute, Mario La Rocca; il generale di divisione Maurizio Angelo
Scardino, comandante militare dell'Esercito in Sicilia; il
prefetto di Palermo, Giuseppe Forlani; gli assessori comunali
alla Scuola, Giovanna Marano, alla Protezione civile, Maria
Prestigiacomo, e alla Cittadinanza solidale, Maria Mantegna, in
rappresentanza del sindaco Leoluca Orlando che ha diffuso una
nota in cui afferma che "ancora una volta Palermo si conferma
modello di accoglienza, città che difende il diritto alla vita,
strettamente legato al diritto alla pace. L'amministrazione
comunale, sin dai primi giorni del conflitto, è impegnata con
azioni concrete nel dare assistenza ai profughi in fuga
dall'Ucraina".
A fare gli onori di casa, il commissario Covid della Città
metropolitana di Palermo, Renato Costa, che ha mostrato i nuovi
locali. "La creazione del centro dimostra una volta in più le
capacità di questa struttura di plasmarsi a seconda delle
esigenze - afferma Costa -. Lo abbiamo voluto fin dall'inizio
come un hub multiforme e flessibile. Con questi cittadini, in
fuga dalla guerra, faremo quello che abbiamo sempre fatto e
siamo abituati a fare: star loro vicino. Prenderci cura di loro
con un'assistenza mirata alle loro problematiche, com'è
nell'idea della medicina di prossimità che tanto amiamo. Potremo
garantire loro all'arrivo tamponi, vaccini, l'assegnazione di un
codice stp per accedere a tutti i servizi sanitari essenziali,
le pratiche di equipollenza per riconoscere di aver già ricevuto
dosi di vaccino all'estero. Determinante la collaborazione di
tutti: Esercito, Protezione civile, Regione, Comune, che qui è
il padrone di casa. Possiamo offrire un servizio straordinario,
che dimostra che siamo pronti per qualsiasi emergenza, sanitaria
e umanitaria".
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