Uno studio condotto da un gruppo
di ricercatrici dell'Università di Palermo sui fattori
predittivi di diabete mellito indotto da terapia steroidea è
stato pubblicato su 'Scientific Reports', rivista del gruppo
Nature. Il team, composto da Valentina Guarnotta e da Laura
Tomasello dell'unità di endocrinologia e malattie del
metabolismo, è coordinato dalla professoressa Carla Giordano del
dipartimento promozione della salute, materno-infantile, di
medicina interna e specialistica di eccellenza "G. D'Alessandro"
dell'Università Palermo. Lo studio, intitolato "Prediction of
diabetes mellitus induced by steroid overtreatment in adrenal
insufficiency", ha coinvolto 102 pazienti con insufficienza
surrenalica secondaria in terapia steroidea sostitutiva e ha
dimostrato come la frequenza di insorgenza di diabete mellito in
pazienti trattati con steroidi sia molto elevata. In
particolare, i soggetti più a rischio sono quelli con
familiarità per diabete mellito e alto rischio cardiometabolico.
"Il rischio cardiometabolico - spiegano Valentina Guarnotta e
Laura Tomasello - è stato valutato attraverso l'indice di
adiposità viscerale (VAI), un indice matematico creato da un
ricercatore prematuramente scomparso del nostro team, che
rappresenta un surrogato di rischio cardiometabolico, fortemente
correlato all'adiposità viscerale". "I risultati di questa
ricerca -aggiungono - sono comunque applicabili anche a pazienti
che praticano terapia steroidea non a scopo sostitutivo come nel
trattamento di malattie reumatologiche o dermatologiche e hanno
lo scopo di sensibilizzare sia i medici che i pazienti ad
evitare l'utilizzo eccessivo di steroidi, limitando ai casi
strettamente necessari, al fine di ridurre il rischio di diabete
mellito", concludono.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA