"Tra pochi giorni in
occasione del congresso Ectrims (European Committee for
Treatment and Research in Multiple Sclerosis) verranno
presentate le linee guida per la terapia per la sclerosi
multipla. Faccio parte del gruppo di circa 25 persone, tra cui
quattro ricercatori italiani, che lo ha elaborato e daremo delle
indicazioni su come usare questa grossa disponibilità di farmaci
che abbiamo". Lo ha annunciato da Caltanissetta il professore
Giancarlo Comi, fondatore ed ex direttore dell'Istituto di
Neurologia Sperimentale dell'IRCCS Ospedale San Raffaele di
Milano, nell'ambito del congresso "Highlights in Neurology"
organizzato dal presidente regionale della Società Italiana di
Neurologia Michele Vecchio.
"La sclerosi multipla - spiega Comi - è stata quella in ambito
neurologico che più di tutte le altre ha avuto negli ultimi 15
anni uno sviluppo poderoso delle terapie. Quindi bisognava fare
un po' di ordine e capire quali fossero le modalità più
appropriate per ottimizzare l'uso e minimizzare i rischi.
Quest'anno non ci sono nuovi farmaci però abbiamo una migliore
definizione su come utilizzarli. La malattia nelle persone con
sclerosi multipla è estremamente variabile e quindi tutte le
nostre decisioni terapeutiche devono essere tagliate su misura
per ogni persona. Per fare bene questo lavoro bisogna avere un
modello organizzativo che sia adeguato. Quindi l'altra grande
novità è che si sta promuovendo una campagna, europea e
mondiale, per seguire i malati attraverso un aspetto
organizzativo molto preciso che si chiama 'Multiple Sclerosis
Care Unit' molto simile alla 'Stroke Unit'. La European Charcot
Foundation, che io ho l'onore di presiedere da alcuni anni, ha
proprio lanciato una campagna per poter offrire a ogni persona
che ha questa malattia la possibilità di essere seguita da
centri specializzati tra loro interconnessi in modo che in
qualsiasi area del paese si possa garantire una stessa
possibilità di salute".
Nel corso del convegno è emerso che stanno aumentando i casi di
sclerosi multipla nelle persone dopo i 60 anni. "Rimane una
malattia della persona giovane - spiega Comi - ma sempre più
spesso vediamo casi che esordiscono tardivamente. La prima
ragione per cui questo sta succedendo è che abbiamo mezzi
diagnostici più raffinati e quindi questo ci consente di stanare
anche quelle forme che hanno esordio tardivo che prima non
sospettavamo e quindi tendevamo ad ignorare. La seconda è che la
malattia sta aumentando. Se una volta c'erano dei casi che
potevano restare subclinici per tutta la vita oggi tendono a
rivelarsi. E quelli che si rivelano più tardivamente sono casi
più leggeri. Una malattia che compare a questa età ha delle sue
peculiarità in ambito di decisione delle terapie". E infine le
cause della malattia. "Sappiamo ormai con certezza - spiega Comi
- che è una concomitanza di propensione individuale insieme
all'esposizione a fattori ambientali tra cui l'inquinamento
atmosferico e il fumo. C'è sicuramente in gioco il nostro
microbioma intestinale e quindi un impatto dell'alimentazione,
oltre che i bassi livelli di vitamina D. Ci sono in gioco anche
alcuni fattori di natura infettiva. Ad esempio la malattia
responsabile della mononucleosi infettiva potrebbe essere in
grado di aumentare il rischio di sviluppare poi la sclerosi
multipla. Un altro fattore che è emerso è l'obesità infantile.
Stiamo quindi identificando uno per uno questi fattori come
fattori modificabili".
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