"L'emicrania è una cefalea
primaria, una delle più comuni e diffuse nella popolazione
generale. Si stima che ne soffre oltre il 15% della popolazione
generale. E' una patologia invalidante per gli attacchi
dolorosi. Ci sono pazienti che hanno molti attacchi, addirittura
più di 15 al mese nelle forme croniche. Colpisce soggetti di
tutte le età ma in particolar modo i soggetti tra i 25 e i 50
anni, e per questo è una delle cause di maggiore invalidità
sotto i 50 anni e, di conseguenza, causa di giorni persi sul
lavoro, di assenteismo, con costi diretti e indiretti molto
elevati". A fare il punto sull'emicrania è la neurologa Ester
Reggio, responsabile Centro Cefalee del Policlinico San Marco di
Catania, intervenuta a Caltanissetta al congresso "Highlights in
Neurology", organizzato dal presidente regionale della Sin e
primario di Neurologia del Sant'Elia Michele Vecchio.
"L'emicrania senza aura è la più comune e diffusa - continua la
dottoressa Reggio - in cui si manifesta, insieme ai suoi segni
di accompagnamento, l'attacco doloroso, associato alcune volte a
nausea, fotofobia, fonofobia, alcune volte il vomito.
L'emicrania con aura riguarda un piccolo gruppo di pazienti. E'
caratterizzata da un segno focale neurologico che precede
l'attacco di mal di testa. Molto frequentemente si tratta di un
disturbo visivo, uno scotoma scintillante, una luce, cerchi
colorati, alcune volte segni visivi come un deficit campimetrico
seguito poi dall'attacco di mal di testa. L'aura, che in pochi
casi può essere caratterizzata anche da disturbi sensitivi o
motori, è un segno che preannuncia che sta arrivando il mal di
testa". Per la neurologa "la rivoluzione degli ultimi anni è
l'introduzione degli anticorpi monoclonali anche per la cura
dell'emicrania che, secondo indicazioni Aifa, vanno dati a quei
pazienti con emicrania episodica ad alta frequenza, quindi con
più di 8 giorni al mese di cefalea, o pazienti con emicrania
cronica, con più di 15 giorni al mese di cefalea da almeno tre
mesi che hanno in storia anamnestica almeno tre fallimenti
terapeutici con i farmaci di prima linea utilizzati nella
profilassi dell'emicrania". "I risultati nei nostri ambulatori
sono tendenzialmente molto buoni - aggiunge - Molti pazienti,
soprattutto quelli cronici, con una elevata frequenza degli
attacchi e un carico di disabilità notevole, hanno un netto
miglioramento e anche i dati in letteratura mettono in evidenza
come rispetto ai farmaci utilizzati in precedenza questi siano
molto più efficaci con meno effetti collaterali. La
somministrazione è mensile o trimestrale e quindi favorisce
anche l'aderenza del paziente e la voglia di curare l'emicrania.
Di emicrania tendenzialmente non si guarisce. Dico sempre ai
miei pazienti che chi nasce emicranico lo resta per tutta la
vita però si può controllare, sia l'attacco acuto, con la
terapia sintomatica giusta, ma soprattutto si cura con la
terapia di prevenzione, che è la vera terapia per il paziente
che ha molti attacchi di mal di testa e i nuovi farmaci nascono
proprio a questo scopo".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA