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Migranti, un progetto per riportarli 'a casa' già formati

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Migranti, un progetto per riportarli 'a casa' già formati

Un piano di cooperazione proposto alla Ue per giovani stranieri

ROMA, 08 maggio 2025, 12:40

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Lo slogan che viene ripetuto come un mantra è "aiutiamoli a casa loro". Ma adesso questo slogan, rimasto fino ad ora solo una mera dichiarazione di principio, potrebbe trovare una attuazione concreta. A cominciare dalla questione, sempre più all'ordine del giorno, dei migranti irregolari trattenuti nei Cpr. C'è infatti chi di fronte a queste procedure tenta di trovare soluzioni concrete per facilitare le loro condizioni di vita, nel tentativo di fornire loro un supporto concreto evitando i "viaggi della speranza" costati la vita a migliaia di persone morte nel Mediterraneo o lungo la rotta balcanica. Numerosi sono i progetti portati avanti da attivisti ed esperti del settore. Tra questi c'è quello di un palermitano, l'architetto Gabriele De Simone, esperto di cooperazione internazionale, che insieme ad un team che vede coinvolte, al momento, tre società di consulenza, una a Bruxelles, una in Spagna e un'altra in Grecia, sta pensando ad una proposta di cooperazione mediterranea, finalizzata alla gestione e mitigazione dell'immigrazione irregolare.
    "Nel quadro di un attento rispetto dei diritti umani e della armonizzazione della azione nei paesi membri - spiega De Simone - attraverso la formazione tecnica professionale che verrà acquisita in centri identificati, quindi università o scuole superiori aderenti". Il progetto, che è in corso di finalizzazione per essere presentato al vaglio della direzione generale della commissione europea che sostiene la formazione e l'addestramento professionale in Africa per il suo finanziamento, punta alla gestione e al controllo del flusso migratorio nel Mediterraneo, sia occidentale che centrale. "I dati statistici indicano che circa il 6% dei migranti sono giovani studenti di età compresa tra i 15 ed i 24 anni - prosegue l'esperto - il progetto intende quindi fornire une prospettiva che vede la realizzazione di corsi di formazione tecnica, basata sul profilo attitudinale del migrante irregolare. Le attività sono volte alla formazione dell'individuo, in Europa".
    La proposta nel suo programma "conta di offrire al soggetto formato il ritorno nel paese di origine - specifica - dove il progetto prevede di realizzare con i fondi europei, le condizioni infrastrutturali simili a quelle dove il migrante è stato formato e di offrire una analoga occupazione lavorativa, mettendo a frutto il bagaglio culturale e le esperienze tecniche acquisite in Europa".
    Gli obiettivi sono la gestione della crisi migratoria "attraverso la formazione di un numero definito di migranti irregolari, il recupero del migrante irregolare che ha seguito corso di formazione in Europa, la creazione nel paese di origine degli stessi delle infrastrutture tecniche per potere svolgere sul posto quanto appreso in Europa". Il fine a cui, al momento, stanno lavorando le tre società internazionali, è quello infatti "di recuperare i soggetti in questione - sottolinea De Simone - e metterli nelle condizioni di acquisire nozioni, ad esempio, in ambiti che tornano utili, nel loro paese: dalla necessità di ridurre la contaminazione del suolo, al garantire una qualità delle acque o dell'aria". I soggetti così, una volta ultimato il percorso di formazione, "diventeranno specialisti nei vari settori e potranno, a loro volta, formare altre persone negli stessi paesi d'origine", conclude De Simone. Insomma un modo concreto di aiutarli a tornare "a casa loro" e sostenere lo sviluppo dei loro Paesi.
   

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