La Corte di Cassazione ha
annullato, con rinvio a diversa sezione della Corte d'appello di
Palermo, la sentenza di condanna a 24 anni di carcere inflitta,
in primo e secondo grado, a Nicolò Mistretta, 69 anni, di
Campobello di Mazara (Trapani). E' stato imputato nel processo
nell'ambito di uno stralcio dell'inchiesta della Dda di Palermo
Eden 3, che nel novembre 2019 vide coinvolte 19 persone, tre
delle quali arrestate, per traffico internazionale di droga,
collegato all'allora ancora latitante boss mafioso Matteo
Messina Denaro.
In primo grado, Mistretta - poi tornato in libertà nel marzo
del 2022, seppur con una serie di vincoli, fu condannato dal
Tribunale di Marsala, che mandò assolti, invece, con diverse
motivazioni, Angelo Greco, di 56 anni, di Mazara del Vallo,
coinvolto nel procedimento di mafia Anno Zero, Gaspare Bono, di
34, anche lui di Mazara del Vallo, e Vincenzo Lo Voi, di 50, di
Palermo. Due anni prima, gli altri imputati aveva scelto il rito
abbreviato davanti al gup di Palermo. L'indagine è stata
condotta dai carabinieri del Ros di Trapani e dai finanzieri del
Gico del nucleo di Polizia economico-finanziaria di Palermo,
secondo cui l'associazione criminale avrebbe gestito un traffico
internazionale di sostanze stupefacenti sotto l'egida di Cosa
Nostra. Dal 2013 al 2018, in particolare, sarebbero state
importate ingenti quantità di hashish sulla rotta
Marocco-Spagna-Italia. Dall'inchiesta è, inoltre, emerso che
parte dei proventi del traffico di droga erano destinati al
sostegno degli affiliati alle locali famiglie mafiose finiti in
carcere. A difendere Mistretta è l'avvocato Giuseppe Ferro di
Gibellina.
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