Chiedere la restituzione del
reddito di cittadinanza ad uno straniero che vive in Italia da
meno di 10 anni, ma comunque da più di 5, è "discriminatorio".
Lo ha stabilito il giudice del lavoro del Tribunale di Marsala,
che ha annullato un provvedimento con cui l'Inps aveva chiesto
ad una straniera la restituzione di 9 mila euro percepiti come
reddito di cittadinanza.
La donna è stata assistita dagli avvocati Sergio Governale e
Vito De Stefano, secondo i quali la sentenza "rappresenta un
precedente importante per la tutela dei diritti dei cittadini
stranieri che vivono stabilmente in Italia e mira a rafforzare
l'accesso equo alle misure di sostegno contro la povertà e per
l'inclusione sociale". L'Inps aveva evidenziato che la donna non
aveva ancora maturato i 10 anni di residenza continuativa in
Italia richiesti per accedere al reddito di cittadinanza (viveva
in Italia da quasi 10 anni). Ma il giudice, alla luce della più
recente giurisprudenza della Corte Costituzionale e della Corte
di Giustizia dell'Unione europea, ha ritenuto il requisito
discriminatorio, stabilendo che la soglia temporale di residenza
debba essere ridotta a 5 anni.
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