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Faraoni, Regione come holding per gestione dei privati

Faraoni, Regione come holding per gestione dei privati

Dichiarazioni programmatiche assessore Sanità in commissione Ars

PALERMO, 29 gennaio 2025, 15:40

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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La chiusura del piano di rientro "è il primo obiettivo del governo Schifani, ci siamo dentro dal 2007: basta. Non ci sono più le condizioni per rimanerci. Ho preso l'impegno di fare di tutto affinché la Sicilia esca da questa situazione, ho chiesto a tutti i direttori generali di dare il massimo". E' uno dei passaggi, apprende l'ANSA, delle dichiarazioni programmatiche rese stamani dall'assessore regionale alla Sanità, Daniela Faraoni, alla commissione Salute dell'Ars, presieduta da Pippo Laccoto.
    Per Faraoni il piano di rientro "rappresenta un limite alla libera azione, condizione che non hanno altre regioni come il Veneto e la Lombardia che possono organizzare servizi anche tra publico e privato". "Perché il publico è certamente da tutelare sopra ogni cosa - ha sottolineato l'assessore - ma il privato non ci deve spaventare. Con il privato possiamo raggiungere quella organizzazione che, se gestita come se la Regione fosse una grande holding, potrebbe aggiungere un valore economico che in questo momento non abbiamo". La Sicilia, ha rivelato l'assessore, paga 204 milioni per la mobilità, fondi che "potrebbero rappresentare una fonte di finanziamento incredibile per il pubblico e per il privato", con quest'ultimo che "impiega risorse umane, fa investimenti e mette in circolo denaro che ritorna alla Regione sotto forma di Pil". "Preferisco un privato che produce Pil in Sicilia piuttosto che pagare per la mobilità le Regioni del Nord - ha proseguito Faraoni - Il privato fino ad adesso ha fatto quello che ha voluto, nei limiti dei budget ha reso quello che faceva più comodo ma da questa immagine dobbiamo uscire, l'ho detto ad alcuni di loro: usate questi due anni come se fossero due anni di investimenti per fare trovare la Regione preparata anche se qualcuno ci dovesse portare all'autonomia differenziata, di fronte alla quale senza una capacità di erogazione e produzione il sistema sanitario siciliano imploderà, con i nostri concittadini che andranno a curarsi in altre regioni".
   

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