Il procuratore di Agrigento
Giovanni Di Leo evidenzia in una nota "le plurime criticità di
ordine normativo, umanitario e costituzionale sul soccorso in
mare" in relazione all'ennesima tragedia dell'immigrazione che
ha portato alla decisione amministrativa di trasferire 11 salme
di migranti recuperate in mare nel porto di Lampedusa, con un
trasbordo in corso da una nave di una Ong su motovedette della
Capitaneria di Porto.
"Alla nave Ong - osserva Di Leo - è stato dato, secondo
quanto comunicato dalla Polizia Giudiziaria, come porto di
sbarco quello di Genova. Alla Procura di Agrigento, per i fatti
commessi in acque internazionali finirebbe in questo modo per
essere attribuita la giurisdizione sul caso, in relazione alla
destinazione delle salme recuperate in mare aperto, che in
quanto vittime del reato di favoreggiamento di immigrazione
clandestina, realizzerebbero i presupposti per affermare
giurisdizione e competenza sul caso". Il procuratore evidenzia
tuttavia che "ogni accertamento sul caso medesimo tuttavia,
dovrebbe attendere l'arrivo nel porto di Genova di tutte le
persone informate (equipaggio, persone salvate ecc..), ed essere
svolto ovviamente con delega a quella Autorità giudiziaria o
alle forze di polizia. Allo stesso modo, la Procura di Genova,
qualora volesse ritenere la propria competenza sul caso,
dovrebbe svolgere gli accertamenti urgenti sulle salme sbarcate
a Lampedusa, avviandoli dopo diversi giorni dal loro
trasferimento a terra, e verosimile tumulazione". Di Leo
sottolinea inoltre che "l'isola di Lampedusa non è attrezzata
per la conservazione di un così alto numero di cadaveri. Anche
in questo caso, pertanto, non si comprende la scelta operata di
farli sbarcare a Lampedusa anziché, ad esempio a Porto
Empedocle, dove l'attracco della nave eviterebbe un trasbordo in
mare".
"L'applicazione della legge penale, gli accertamenti previsti
dal codice di procedura come obbligatori, la determinazione
stessa della giurisdizione e della stessa competenza penale -
conclude il Procuratore - non può, secondo Costituzione, essere
rimessa a decisioni discrezionali dell'Autorità
politico-amministrativa, ma soltanto alla legge stessa".
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