Ci sono immagini sacre e immagini
"miracolose". Nel Medioevo erano espressione di una cultura
visuale con la quale erano descritti il mondo, il lavoro, il
culto religioso, il contesto. Non erano solo rappresentazioni
iconografiche: le immagini svolgevano un ruolo sociale e
antropologico sul quale studiosi medievisti si confronteranno a
Palermo il 12 e 13 dicembre in un convegno internazionale
promosso dal museo delle marionette con la direzione scientifica
di Licia Buttà e Rosario Perricone.
Oltre a dare rappresentazione visiva alle tre principali
religioni - ebraica, cristiana e musulmana - l'iconografia
medievale poneva l'accento sul contesto in cui l'immagine era
inserita. L'esempio più significativo è quello delle cosiddette
"immagini miracolose", che si rivolgevano al fruitore: perché il
miracolo potesse avvenire era necessario mettere in atto una
ritualità: il bacio, il contatto, la prossimità. Si parlerà
anche di iconografia della danza, dei pupi siciliani e della
leggenda, che incrocia il racconto biblico, del fabbro
musicante, inventore degli strumenti musicali. Le raffigurazioni
prodotte nel Medioevo sopravvivono nel tempo e, come nel caso de
arrivano a oggi attraverso processi spesso tortuosi di andata e
ritorno.
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