"Il fatto che abbia
partecipato a cinque interrogatori di Vincenzo Scarantino non
vuol dire che io conosca tutte le sue vicende. Facevo i verbali,
scrivevo senza comprendere, stavo attento solo alla scrittura,
non al contenuto". E' quanto ha affermato il poliziotto Fabrizio
Mattei rispondendo alle domande del Pm Stefano Luciani, nel
corso dell'udienza del processo sul depistaggio delle indagini
sulla Strage di Via D'Amelio che si celebra a Caltanissetta.
Mattei è accusato, insieme. due colleghi, di aver costruito a
tavolino il falso pentito Vincenzo Scarantino, imbeccandolo e
costringendolo ad accusare dell'attentato persone ad esso
estranee.
Il pm si è poi soffermato sul passaggio di alcuni appunti
scritti a Scarantino. "Vincenzo Scarantino aveva difficoltà
enormi a leggere e scrivere - ha continuato Mattei -. Le prime
volte mi chiedeva di leggergli il giornale".
"Un giorno arrivai ad Imperia da Scarantino - spiega - e lo
trovai furioso perché sconvolto dal fatto che l'avvocato
Petronio avesse tirato fuori delle sue foto con degli
omosessuali. Gli dissi di stare calmo e chiedere al suo avvocato
come muoversi, invitandolo a scrivere eventuali quesiti da
sottoporre al legale. Il giorno dopo si presentò con un verbale
e mi chiese se glielo potevo leggere e se gli scrivevo io le
domande da fare al difensore. Io l'ho solo aiutato". "I
biglietti sono miei - ha poi aggiunto riferendosi agli atti
giudiziari sui quali secondo l'accusa Mattei avrebbe scritto
degli appunti per Scarantino - ma i verbali con le sue
dichiarazioni, non li ho mai scarabocchiati, nemmeno con un
punto interrogativo".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA