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Mafia: targa per ricordare 8 giornalisti uccisi in Sicilia

Mafia: targa per ricordare 8 giornalisti uccisi in Sicilia

Cerimonia a Palermo nella sede Assostampa con familiari vittime

PALERMO, 06 marzo 2020, 17:49

Redazione ANSA

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Mafia: targa per ricordare 8 giornalisti uccisi in Sicilia - RIPRODUZIONE RISERVATA

Mafia: targa per ricordare 8 giornalisti uccisi in Sicilia - RIPRODUZIONE RISERVATA
Mafia: targa per ricordare 8 giornalisti uccisi in Sicilia - RIPRODUZIONE RISERVATA

Una targa dedicata agli otto giornalisti uccisi dalla mafia in Sicilia è stata inaugurata stamane a Palermo, nei saloni dell'Associazione siciliana della Stampa, alla presenza dei familiari di alcune vittime.
    L'iniziativa è stata promossa dal Gruppo siciliano dell'Unione cronisti.
    La targa è dedicata a Mauro Rostagno, ucciso nel 1988 alle porte di Trapani, a Giuseppe "Beppe" Alfano, assassinato nel 1993 a Barcellona (Me), a Cosimo Cristina ucciso a Termini (Pa) nel 1960, a Mauro De Mauro sequestrato e ucciso a Palermo nel 1970, a Giuseppe "Pippo" Fava ucciso a Catania nel 1984, a Mario Francese assassinato a Palermo nel 1979, a Giuseppe "Peppino" Impastato torturato e ucciso a Cinisi (Pa) nel 1978 e a Giovanni Spampinato assassinato a Ragusa nel 1972.
    Alla cerimonia erano presenti Giulio Francese, Franca de Mauro, Mimma Barbaro Alfano, Sonia e Francesco Alfano e Francesca Andreozzi, nipote di Fava e presidente della Fondazione intestata al giornalista e scrittore. A nome della Città di Palermo è intervenuto l'assessore comunale alle Attività produttive Leopoldo Piampiano. "Prosegue il percorso dell'Unci siciliana sul tema della memoria. La data scelta per l'inaugurazione della targa non è casuale. Il 6 marzo 1942, infatti - ha sottolineato Leone Zingales, ideatore dell'iniziativa - è la data di nascita di Mauro Rostagno, ucciso nel 1988 all'età di 46 anni. Oggi ricordiamo anche Giuseppe Francese, il più piccolo dei figli di Mario, che si è tolto la vita all'età di 36 anni nel settembre del 2002 poco prima della conclusione del processo d'appello contro i carnefici del cronista del Giornale di Sicilia. Giuseppe diede impulso all'indagine sulla morte del padre con puntuali dossier e scritti significativi".
   

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