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Libri: quei tatuaggi tra identità collettiva e individuale

Libri: quei tatuaggi tra identità collettiva e individuale

Analisi a cura di Marrone presentata a Palermo il 7 marzo

PALERMO, 01 marzo 2019, 11:35

Redazione ANSA

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Tatuaggi (foto di Giovanni Franco) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Tatuaggi (foto di Giovanni Franco) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Tatuaggi (foto di Giovanni Franco) - RIPRODUZIONE RISERVATA

 "Come dimostrano le mummie egizie gli esseri umani si tatuano da almeno cinquemila anni. Una pratica simbolica che ha oggi una diffusione planetaria, con un portatore di tatuaggio su dieci in Europa, Italia compresa". Lo afferma il semiologo Gianfranco Marrone che ha curato insieme a Tiziana Migliore "Iconologie del tatuaggio", edito da Meltemi, e insieme a Francesco Mangiapane "Culture del tatuaggio", edito da Museo Pasqualino. I due libri verranno presentati giovedì 7 marzo alle ore 18 da Prospero Enoteca letteraria a Palermo. All'incontro parteciperanno i curatori e molti degli autori presenti con loro saggi nei due volumi, che mostreranno un ricchissimo materiale iconografico. Interverrà Ignazio Buttitta.
    "Se sino a pochi decenni fa il tatuaggio era fenomeno di nicchia, e rivendicava in vario modo l'essere minoranza, oggi si contano numeri tali da normalizzarlo, se non banalizzarlo: nel 2015, circa il 30 % delle persone - afferma Marrone - ne fanno uso negli Stati Uniti, il 13 % in Italia: che significa, da noi, più di sette milioni". Ma qual è il senso e il valore, che spinge chi si tatua, all'iscrizione indelebile di figure e lettere sulla superficie sensibile della pelle? E che cosa comunicano i segni cosiddetti tegumentari? "Questi due libri - prosegue Marrone - offrono molte descrizioni dei tatuaggi, di carattere storico e antropologico, ma soprattutto semiologico.
    Il tatuaggio è innanzitutto un segno che produce identità, individuale e collettiva. Una identità negativa (si pensi ai criminali o alle prostitute) ma anche positiva (si pensi ai calciatori o ai cantanti)". Ma non basta: "Viene fuori molto chiaramente come la pratica del tatuaggio produca tradizioni (anche inventate) e traduzioni anche al di là dell'ambito strettamente etnico, andando a coinvolgere, oggi più che mai, la dimensione estetica: e cioè sensoriale, corporea, ma anche visiva, legata sia alla moda e a quella che potremmo chiamare l'ultramoda (l'ornamento è per sempre) sia alla dimensione artistica contemporanea, dove il tatuaggio è molto presente".
   

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