S'inaugura il 24 giugno alle 18, negli spazi della cavallerizza del palazzo Branciforte, a Palermo, una mostra di "Vedute e paesaggi" di Francesco Zerilli (1793-1837), una ventina fra tempere e gouache acquisite circa trent'anni fa dalla Cassa di risparmio e, dopo la chiusura dell'istituto di credito, passate alla Fondazione Sicilia. Le opere sono poco conosciute, con l'eccezione della tempera, appartenente alla Gam di Palermo, che rappresenta la Casina Belmonte all'Acquasanta.
La rassegna costituisce un'occasione per apprezzare un pittore che descrive i paesaggi del suo tempo con mano sicura e con occhio attento ai particolari e ancora intriso di suggestioni neoclassiche. Sono vedute delle principali città siciliane: scorci panoramici di Palermo, Messina, Catania, Trapani, il tempio di Giunone Lucina di Agrigento e Siracusa, ripresi da angoli prospettici radenti secondo una tecnica resa più nitida dall'uso della camera oscura. In Zerilli la raffigurazione segue moduli già collaudati: quinte scenografiche e sfondi con monti degradanti per cercare la profondità di un linguaggio che segue la superficie delle cose, esaltandone la luce e il quieto equilibrio fra civiltà e natura.
Allievo del celebre pittore palermitano Giuseppe Patania, Francesco Zerilli conobbe un buon successo come vedutista. Sull'onda dell'interesse per la Sicilia nato col Grand tour, le sue opere furono acquistate da collezionisti internazionali quali il conte di Hemming, plenipotenziario del re di Prussia, e la duchessa Maria Luigia di Parma. La morte di colera durante la terribile epidemia del 1837 interruppe anzitempo il suo lavoro.
La mostra è aperta fino al 25 settembre ed è organizzata dalla società Sicily Art and Culture, presieduta da Gianni Puglisi, nuovo braccio strumentale della Fondazione Sicilia perla valorizzazione del suo cospicuo patrimonio e culturale.
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