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Teatro: al Libero 'Una pietra sopra', Spoon River palermitana

Teatro: al Libero 'Una pietra sopra', Spoon River palermitana

Microscopiche vicende quotidiane, regia di Lia Chiappara

PALERMO, 08 aprile 2016, 13:39

Redazione ANSA

ANSACheck

Lia Chiappara - RIPRODUZIONE RISERVATA

Lia Chiappara - RIPRODUZIONE RISERVATA
Lia Chiappara - RIPRODUZIONE RISERVATA

Debutterà, in prima nazionale, domani alle ore 21.15, al Teatro Libero di Palermo che lo ha prodotto, "Una pietra sopra", drammaturgia originale di Manlio Marinelli, regia e scene di Lia Chiappara, con Domenico Bravo, canto di Stefania Sperandeo, video di Domenico Bravo, scene realizzate da Rosaria Randazzo; luci a cura di Fiorenza Dado e Gabriele Circo.
 "Una pietra sopra" è l'occasione per una riflessione sulla straziante bellezza di Palermo, - afferma la regista - un attraversamento surreale e grottesco di una umanità sospesa tra il bene e il male, a cui contribuisce con notevole forza la lingua dei personaggi, creata da Manlio Marinelli, che utilizza diversi idiomi di grande suggestione. Il teatro ancora una volta attraversa la realtà per riproporcela spingendoci a penetrarla e a tentare di modificarla".
    "In questo spettacolo ho pensato - aggiunge Marinelli - di partire da un luogo del tutto realistico, un cimitero, e da una vicenda apparentemente quotidiana, le infiltrazioni malavitose nel mondo delle pompe funebri, per raccontare l'inquietante affresco del disfacimento colpevole di una città. Questo testo è una sorta di Spoon River palermitana: i personaggi che in esso agiscono, che s'inseguono sulla scena, raccontano ciascuno un punto di vista e un segmento di un'unica storia che progressivamente si compone davanti allo spettatore, fino ad arrivare ad un finale del tutto coerente con le premesse dell'operazione". Le microscopiche vicende quotidiane dei personaggi (un muratore, un portinaio, un mafioso, una prostituta) altro non sono che le tessere di un arabesco indecifrabile la cui soluzione sfugge nell'esatto momento in cui si pensa di averla trovata, in cui cioè la totalità suscita una vertigine che respinge l'osservatore il quale pure non può fare a meno di ammirarlo e di tornare continuamente sui suoi dettagli".
   

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