Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, in una nota, esprime forte perplessità in merito alla decisione della Regione Sardegna di non recepire integralmente le disposizioni del decreto legge Salva casa, concernenti le misure minime di abitabilità per i monolocali.
"Tale scelta, manifestata nell'esclusione di tale norma dal Disegno di Legge regionale per il riordino dell'edilizia e dell'urbanistica - spiega il Mit - appare un errore strategico che rischia di penalizzare i cittadini sardi e di creare ingiustificate disparità territoriali. Il Ministero sottolinea come la norma nazionale non intenda promuovere "loculi" abitativi, ma fornire una risposta pragmatica e necessaria alla crescente domanda di alloggi flessibili e accessibili, soprattutto nei contesti urbani dove i costi immobiliari sono elevati, garantendo in ogni caso il rispetto delle stringenti condizioni previste dal legislatore nazionale a garanzia della sicurezza, dell'igiene e della salubrità degli edifici interessati.
Si tratta, in sostanza, di una misura pensata per giovani lavoratori, studenti e single, che consente di valorizzare il patrimonio edilizio esistente, limitando il consumo di nuovo suolo. In questa prospettiva, la mancata apertura a un'offerta abitativa più diversificata e accessibile in Sardegna rischia di accentuare le disparità territoriali e di penalizzare i cittadini sardi, isolando la regione da un processo di flessibilizzazione degli standard dimensionali ormai riconosciuto come necessario a livello nazionale".
Nel testo approvato di recente dalla commissione Urbanistica del Consiglio regionale, di 30 articoli, il decreto nazionale non è recepito in toto: resta fuori la soglia minima di 20 metri quadri per l'abitabilità dei monolocali, che in Sardegna continua a essere di 28 mq.
Spanedda replica al Mit, 'nessuna disparità per i cittadini sardi'
L'assessore degli Enti locali e Urbanistica Francesco Spanedda replica alla nota del Ministero dei Trasporti e Infrastrutture in merito al parziale recepimento da parte della Regione Sardegna del decreto Salva casa. "È necessario fare chiarezza su alcuni aspetti che vanno correttamente interpretati - afferma l'assessore -. La riduzione della superficie minima da 28 a 20 mq prevista dal testo nazionale si applica solo all'agibilità, non alla progettazione di nuovi alloggi né alla trasformazione di quelli esistenti. Questi interventi continuano ad essere regolati dal Dm 5 luglio 1975, ancora in vigore su tutto il territorio nazionale. Alloggi più piccoli legittimamente realizzati prima di tale data sono, per giurisprudenza, da considerarsi comunque agibili. Non esiste quindi alcuna disparità territoriale: la norma è chiara e uniforme". "La vera flessibilità abitativa - prosegue l'assessore - non si ottiene comprimendo lo spazio vitale, ma garantendo ambienti versatili e spazi di manovra adeguati, capaci di adattarsi a esigenze diverse. L'esperienza del Covid dovrebbe averci insegnato il valore dello spazio". Sulle esigenze di giovani, studenti e lavoratori single, Spanedda osserva: "È proprio l'eccessiva frammentazione degli spazi a penalizzarli, così come l'assenza di regolamentazione del fenomeno degli affitti brevi che, allo stato attuale, non vede tutelati nè gli inquilini nè i proprietari, aumentando i costi e limitando l'accesso alla casa. Le nostre città, e in particolare i centri storici, devono tornare ad accogliere tutti, famiglie incluse, con case dignitose e quartieri vivibili". Secondo l'assessore, ridurre la superficie degli alloggi non è la soluzione: "È una risposta miope. Serve una politica per la casa seria, strutturata e solidale, che tuteli tutte le fasce sociali".
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