La notizia della morte di
Graziano Mesina corre poco dopo mezzogiorno anche negli stretti
dedali di Orgosolo, in piena Barbagia (Nuoro), che in vista
delle festività pasquali ormai alle porte iniziano a riempirsi
dei primi turisti, soprattutto stranieri.
A quell'ora le agenzie di stampa battono poche righe ma
essenziali. L'ex bandito arrivato in ospedale da nemmeno 24 ore
è morto all'età di 83 anni, più della metà trascorsi nei
penitenziari di mezza Italia, in una stanza del San Paolo.
Ora la sua Orgosolo lo attende per i funerali che saranno
celebrati nelle prossime ore o forse lunedì.
In piazza Caduti in Guerra, nel centro del paese del
Supramonte, un gruppo di anziani del paese si fermano a
conversare come tutti i giorni. Sono pressoché suoi coetanei.
Chi ha condiviso la scuola, altri l'attività in campagna. "Certo
che lo conoscevamo - dicono - dopo che era uscito dal carcere ci
si vedeva qua tutti i giorni. Era una brava persona, diciamo che
ha avuto un'esistenza un po' sfortunata. E' andata così,
dispiace".
Graziano Mesina dopo la grazia ottenuta dal presidente Ciampi
era tornato a vivere nella casa poco distante dalla piazza. Una
sua vicina di casa di 90 anni, chiede al cronista dove si
trovasse e ha parole di conforto e di carità cristiana per il
compaesano che un tempo era stato mitizzato come "l'ultimo
balente".
Nei bar e per le strade la sua scomparsa è l'argomento del
giorno. "Erano altri tempi quando il suo nome diventò conosciuto
e anche il paese aveva altri problemi. Oggi per fortuna è
cambiato in meglio ed è un bene per tutti", dicono gli avventori
del locale.
"Ci conosciamo da ragazzini, mi dispiace sinceramente -
commenta Luigi Castangia, ex carabiniere - Anche se eravamo su
fronti opposti tra noi sempre grande educazione e rispetto.
Ognuno di noi ha il suo destino. Qualcun altro non l'hanno
tirato fuori nemmeno per morire".
Al camping Supramonte una quindicina di anni fa subito dopo
la grazia del presidente della Repubblica Graziano Mesina veniva
spesso accompagnando anche comitive di turisti che gongolavano
ai suoi racconti e al fascino che per alcuni il vecchio bandito
esercitava ancora. "Ci dispiace, ricordiamo con piacere quel
periodo. Era positivo e sembrava sorridere finalmente alla vita
- dicono Gino Dore e Pietrino Cossu - sicuramente non è stato
fortunato e magari nei suoi confronti c'è stato anche un po' di
accanimento".
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