I precari della giustizia
chiedono la stabilizzazione. Lo hanno fatto questa mattina con
una manifestazione organizzata dalla Usb davanti al Tribunale di
Cagliari e uno sciopero in concomitanza con analoghe iniziative
di protesta in altre città italiane.
Un dato su tutti: "Al Tribunale di Cagliari su 293
dipendenti, 120 sono precari - racconta all'ANSA Marco Locci,
entrato al lavoro con il concorso per gli addetti all'Ufficio
del processo per velocizzare le cause, ma con una data di
scadenza del contratto, 30 giugno 2026 - C'è un patrimonio di
competenze, studi, titolo ed esperienze che non deve essere
buttato al vento. Ci aspettiamo delle risposte chiare dal
Governo".
"A Cagliari - spiega Luciano Ghiani, Usb pubblico impiego -
la situazione dei precari riguarda principalmente il personale
dell'Ufficio del processo, circa 80 persone, e il servizio di
digitalizzazione dei fascicoli. Tutto questo va inquadrato in un
contesto di carenza di organico pari a un quarto. Il nostro
slogan è: senza stabilizzazioni non c'è giustizia. Anche perchè
- chiarisce il sindacalista - i precari sono persone
selezionate, con laurea e con master. Sono un patrimonio. Manca
un tavolo di concertazione: le risorse stanziate dal Governo non
basteranno per tutti".
Non solo Cagliari: "Ci segnalano carenze di organico a
Tempio, Oristano, Nuoro, Sassari - denuncia un altro
rappresentante dell'Usb, Enrico Rubiu - Il vero problema non è
la separazione delle carriere, ma che non si svolgono i
processi perché manca il personale. Mancano persino i giudici,
ma soprattutto manca il personale amministrativo di supporto.
Così la giustizia si sgretola".
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