"Giocavo con grande serietà, a un certo punto qualcuno i miei giochi li ha chiamati arte". Con questa frase, ripetuta a chi le stava vicino, Maria Lai, la grande artista di Ulassai morta nel 2013, ha desiderato che l'arte del gioco nutrisse gli abitanti del suo paese. E proprio su questa forma artistica è stata inaugurata una mostra nel museo CaMuc - nella storica casa al centro del paese che Maria Lai aveva idealmente eletto a museo - dal titolo "Il gioco dell'arte", che rimarrà in esposizione fino al 28 febbraio 2025.
La mostra, voluta dall'amministrazione comunale di Ulassai e ideata dal comitato scientifico presieduto da Gianni Murtas, è un approfondimento che riflette su temi ed esiti artistici firmati da alcuni degli autori presenti nel progetto di Biennale d'arte contemporanea, iniziato con una prima esposizione lo scorso giugno e terminata ai primi di ottobre. La Biennale è nata per segnare un passaggio evolutivo auspicato con la Stazione dell'arte, proprio da Maria Lai, che sognava un museo nel cuore del paese, un incubatore dell'arte più disciplinata e seria che il genere umano abbia creato: il gioco. "Per essere bravi nel gioco, come nell'arte, ci vuole allenamento e bisogna capirne il lingiaggio" sosteneva.
Ulassai oggi si candida a divenire un punto di riferimento per le arti contemporanee, non solo per la Sardegna. "Appena conclusa la prima Biennale d'arte contemporanea abbiamo immaginato di avviare un percorso di approfondimento sulle ricerche che molti visitatori hanno avuto modo di conoscere e abbiamo pensato in particolare ad artisti che hanno operato a lungo fuori dall'isola - spiega Gianni Murtas, direttore artistico della Biennale -. Ne abbiamo scelto sei che hanno operato soprattutto a Milano e che pur con inevitabili differenze di linguaggi e di poetica sono uniti da elementi importanti, essendo pittori con una impronta prevalentemente figurativa, che si presenta con uno strano incrocio di stilemi e si muove molto liberamente tra le radici moderne e quelle postmoderne dell'arte di oggi".
Il progetto artistico segue il filo di tessitrici e tessitori figli per elezione o scelta, non solo artistica di Maria Lai, che la omaggiano con nodi che legano e che permettono di risalire le vertiginose vette dei tacchi d'Ogliastra che guardano lontano. Un progetto rispettoso dell'importante eredità di Maria Lai che l'amministrazione comunale di Ulassai e la Stazione dell'Arte, vogliono concretizzare in azioni culturali di cui la Biennale e i suoi approfondimenti sono un esempio.
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