Niente bandiere italiane per la Festa della Repubblica, solo vessilli con i quattro mori, rossoblù, rossi, arcobaleno e uno dell'Irlanda. E poi le classiche bandierine con la scritta "H sinu", che tradotto in italiano sta per "vattene lontano". È la contromanifestazione del 2 giugno di "A foras fest", giornata di mobilitazione popolare per protestare - spiegano gli organizzatori che hanno riunito a Cagliari circa 500 persone - contro l'occupazione militare della Sardegna. In particolare contro i poligoni di Quirra e Teulada, le esercitazioni e le servitù.
"Partiamo da viale Trento - ha detto Mauro Aresu, del movimento A Foras - perché la Regione ha firmato un accordo con il ministero della Difesa che non ci piace: ai militari è stata data una struttura a Prato Sardo che doveva essere messa a disposizione degli studenti nuoresi. Ma contestiamo anche l'atteggiamento dell'Università: ci aspettavamo studi per le bonifiche dei siti militari e invece l'ateneo continua a stringere accordi con la Difesa". Il corteo, con i manifestanti arrivati da tutta la Sardegna, è iniziato con alcuni partecipanti che si sono distesi per terra per ricordare le vittime di guerre e armi. Una sosta per la contestazione alla Regione con fumogeni e striscioni e poi via in salita per il Magistero in piazza d'Armi.Inevitabile un altro stop a Villa Devoto, sede di rappresentanza della presidenza della Giunta regionale, ancora per protestare con il patto Regione-Stato.
In testa, dietro il furgone che spara musica a tutto volume, lo striscione che riassume i contenuti della protesta: "Togliamo le basi alla guerra. Una repubblica non si può definire tale - ha detto Aresu - se una sua parte è occupata, in maniera sproporzionata rispetto al resto d'Italia, dalle basi militari". A Foras "pretende la riconversione della fabbrica di bombe Rwm di Domusnovas, così come chiede la cessazione di ogni collaborazione tra le Università sarde e la filiera bellica". La battaglia non finisce qui. In estate ci sarà un'assemblea itinerante nei territori dove sorgono i poligoni e le basi militari. Poi ci sarà la terza edizione dell'A Foras Camp per la messa a punto delle nuove strategie di lotta.
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