La statua della Madonna in alto per festeggiare la festa dell'Immacolata.
E centinaia di persone dietro non solo per onorare la ricorrenza, ma anche per dire no alla droga.
In prima fila i ragazzi della comunità di recupero L'Aquilone, fondata ventisei anni fa da don Carlo Follesa, religioso in trincea da una vita: tutti lì a testimoniare che contro le dipendenze, non solo stupefacenti ma anche alcol, si può combattere e vincere. Ma non da soli, come recita una delle canzoni intonate dai partecipanti alla processione. Un corteo proprio in mezzo alle strade e ai palazzoni di un quartiere difficile, San Michele-Is Mirrionis, costretto a convivere ogni giorno con spaccio e consumo di droga. Con tanti residenti che non ne possono più. Il motto di don Carlo è sempre quello: un ritorno nelle strade dove un tempo si comprava la morte per lanciare un messaggio di vita. E allora, testa alta e via al simbolico tour per le strade del quartiere. Festa dell'Immacolata, ma anche compleanno della comunità di don Follesa: anche quest'anno l'anniversario dell'Aquilone sarà celebrato con una grande festa che assegnerà i "diplomi" a chi ha finito il percorso passando per le strutture di Elmas, il primo centro di accoglienza, e poi di Sestu e Assemini. Dalla disperazione, loro e delle loro famiglie, alla resurrezione di una nuova vita. La processione è partita come previsto alle 10.30 dalla chiesa di San Massimiliano Kolbe, la parrocchia di don Carlo. E ha attraversato le strade dove di solito non passano mai cortei o manifestazioni: via Monte Acuto, via Mandrolisai, via Meilogu, via Seruci. Sino al ritorno, al punto di partenza, per la Santa Messa nella chiesa gremita.
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