Boom di visitatori, nella prima giornata oristanese di Monumenti aperti, per la chiesetta di San Giovanni dei Fiori e il suo altare ritrovato dopo un lungo e delicatissimo restauro. A richiamare l'attenzione di cittadini e turisti, i tanti misteri che stanno dietro i due angeli neri dipinti con la tecnica dell'affresco (usata raramente in Sardegna) scoperti dal restauratore Alberto Severino. L'esperto li ha trovati sotto sei strati di intonaco sui quali erano stati poi dipinti i ritratti dei genitori di San Giovanni Battista, San Zaccaria e Santa Elisabetta. Il primo mistero riguarda proprio i due angeli, perché nell'iconografia cristiana gli angeli con la pelle nera di fatto non esistono.
Gli altri quesiti seguono a ruota: chi, perché e quando li dipinse? E soprattutto, chi, perché, quando e su ordine di chi provò prima senza successo a cambiargli il colore della pelle e poi li nascose sotto sei strati di intonaco? Quella di San Giovanni dei Fiori è una chiesetta campestre la cui struttura originale potrebbe risalire ai tempi della nascita di Oristano, intorno al 1070. La struttura appartiene al Gremio dei Contadini, chiamato anche di San Giovanni, che ha promosso il restauro d'intesa con la Soprintendenza ai Beni artistici nell'ambito di un progetto più generale di valorizzazione del sito attorno al quale è stato anche impiantato un bosco di essenze mediterranee.
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