I ragazzi della comunità in processione lunedì mattina, 8 dicembre, tra San Michele e Is Mirrionis per celebrare i 25 anni dell'Aquilone: per 32 di loro sarà anche la fine del percorso di recupero passato attraverso la disintossicazione dalle droghe nei centri di Elmas, Sestu e Assemini. "Torneranno nelle strade dove un tempo compravano la morte per lanciare un messaggio di vita", spiega don Carlo Follesa, responsabile del centro.
Una zona calda: arresti e sequestri di droga, anche negli ultimi tempi, raccontano che il mercato degli stupefacenti lì è sempre aperto. E allora ecco il perché della scelta: un corteo di persone che sta lottando per uscire dalla tossicodipendenza o che ci è riuscito. Accompagnato dai familiari, fondamentali per il percorso di uscita dal tunnel. E dagli operatori delle comunità, altri importantissimi punti di riferimento. La processione dell'Immacolata partirà alle 10.30 dalla parrocchia di via Is Cornalias. E passerà per le vie Monte Acuto, Mandrolisai, Meilogu, Seruci e di nuovo Is Cornalias per concludersi alla chiesa di San Massimiliano Kolbe.
"Un richiamo forte per accendere i riflettori - dice don Carlo - La droga continua a essere un dramma sociale. Ma non se ne parla più come prima. Viene considerata quasi come un fatto ineluttabile. Un richiamo forte anche alle istituzioni: fanno fatica ad accettare il privato-sociale. E sono rimaste ferme al metadone". Un quarto di secolo di battaglie. "Sono cambiate le droghe - sottolinea ancora il sacerdote - prima era solo eroina.
Adesso molta cocaina e droghe sintetiche. Prima chi si drogava era un contestatore ribelle. Fragile, sì. Ora non c'è più la contestazione, è rimasta la fragilità". Ma c'è una speranza. "Lo dimostrano i 32 ragazzi - racconta don Carlo - che hanno terminato il percorso: non hanno il vaccino, ma ora hanno gli strumenti per fare bene nella societa".
Dalle 16 la festa di trasferirà ad Assemini con la consegna degli attestati di fine percorso terapeutico. Toccanti le parole dell'invito distribuito in questi giorni che riassume la filosofia della comunità: "Su questo terreno - si legge in un passaggio - noi tutti possiamo mettere radici e crescere, non più soli come nella morte, ma vivi a noi stessi e agli altri".
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